In una intervista che ha rilasciato ai microfoni del quotidiano “Libero” è intervenuto il capogruppo di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti
Un Tommaso Foti che non le manda assolutamente a dire durante una intervista al quotidiano “Libero“. Il capogruppo di Fratelli d’Italia ha affrontato vari argomenti interessanti. Proprio come quello della legge di bilancio e soprattutto lo sciopero che si è svolto nella giornata di venerdì 17 novembre. Non le ha mandate assolutamente a dire anche al segretario della Cgil, Maurizio Landini. Queste sono alcune delle sue dichiarazioni in merito: “È una manovra realista.
E viene fatta in mezzo a due guerre perché pare che qui nessuno voglia tenere conto della situazione che stiamo vivendo. E comunque è una manovra che riserva ampie risorse a chi sta peggio in questo Paese. Quindi se ci fosse stato qualcuno che doveva battere le mani a questa manovra dovevano essere proprio i sindacati”.
Come riportato in precedenza ha espresso un suo pensiero su quanto accaduto due giorni fa con lo sciopero (durato solamente quatto ore dalle 9 alle 13), con tanto di messaggio nei confronti dei sindacali: “Ognuno è libero di fare le manifestazioni che vuole, ma Landini ha convocato la piazza a luglio, quando della manovra non si conosceva ancora nulla e poi ha organizzato lo sciopero contro una manovra che mette in tasca ai lavoratori 1.400 euro in più all’anno. Ci vuole una bella faccia tosta”.
Poi si è soffermato a discutere anche delle riforme: “Le accuse arrivano direttamente dalla sinistra che ha votato la riforma Renzi. Gran parte di coloro che oggi gridano allo scandalo sono gli stessi che hanno votato il titolo V della Costituzione, che è passato con tre voti di scarto. Mi viene da dire che si contraddicono da soli. Ma poi perché si può eleggere direttamente un sindaco e un governatore e il presidente del Consiglio no?”.
In conclusione si è soffermato sulle tematiche e, soprattutto, sui tempi: “Sicuramente le modifiche costituzionali non si possono fare prima delle Europee. Ci vogliono dei tempi tecnici. Poi dubito che ci saranno i due terzi del Parlamento, quindi si andrà al referendum. Ma noi stiamo al governo 5 anni, non 5 giorni”.