A parlare è l’ex “Papessa”, la donna che venne accusata di aver passato informazioni sensibili alla stampa
Una donna che per un momento preciso della storia è stata sulla bocca di tutti. Lei è Francesca Immacolata Chaouqui, conosciuta in un periodo storico ben preciso con il nome di “Papessa” perché lavorava in Vaticano a stretto contatto con Papa Francesco e venne accusata di aver passato del materiale sensibile alla stampa. Si è anche fatta tre giorni di carcere in Vaticano per quanto era stata considerata grave la sua situazione. Ma lei da combattente risponde subito a tono al quotidiano La Verità che l’ha intervistata: “Accusata ingiustamente, specifichiamo! Da chi ora è sotto processo in Vaticano per reati molto gravi quali malversazione, peculato e costruzione di una rete diplomatica parallela a quella ufficiale. Chi mi accusava ingiustamente e mi ha fatto soffrire ora è incriminato. Chiaro così?“.
Il riferimento della Chaouqui è senza alcun dubbio al Cardinale Becciu, che è tuttora sotto processo e che andrà a sentenza entro la fine dell’anno, e su questo la Papessa dice ancora la sua senza aver timore di dire qualcosa che non sia corretto: “Tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’intervento del Pontefice. È stato molto coraggioso. Ha modificato l’ordinamento giudiziario del Vaticano e fatto sì che anche i cardinali possano essere processati dal Tribunale di primo grado“.
Se avesse la possibilità di tornare indietro, probabilmente farebbe scelte diverse e più oculate: “Purtroppo mi sono scontrata con slealtà e mancanza di correttezza, soprattutto quando ho intrapreso la mia battaglia per la trasparenza al fianco del Santo Padre. Per restare fedele a quella battaglia sono passata attraverso l’inferno. Ora sono testimone contro chi anni prima mi accusava. L’ho fatto per papa Francesco dimostrando che mai e poi mai lo avrei tradito”. Resta comunque una donna di destra, la Chaouqui e anche assai considerata, anche se per molti è una specie di guerrafondaia proprio perché è di destra, ma lei respinge ogni cosa: “Ma che noia questi luoghi comuni. L’attenzione mediatica sulla guerra in Ucraina sta ormai scemando. A Leopoli c’è una nuova normalità. Nessuno ascolta più le sirene. La guerra fa parte del quotidiano”.
Anche in Vaticano, e lei ha ancora tanti rapporti importanti, si sta vivendo il dramma di Gaza e tutto quello che sta facendo Israele, la sua opinione su quello che viene detto dal Vaticano però non la trova d’accordo: “La posizione ufficiale resta “due popoli due Stati”. Ma ad oggi è un’utopia. Non alimentiamo aspettative nei palestinesi, tenuti in scacco dai terroristi di Hamas. La Palestina oggi non ha la capacità di essere uno Stato indipendente e chi finanzia gli islamisti non ha interesse a giungere alla pace ma continua a destabilizzare la regione in modo da tenere i terroristi in un’area circoscritta. Fuori dai loro ricchi territori: Dubai e Doha sono tra le città più sicure al mondo”