Il ministro Casellati in un’intervista a ‘La Stampa’ si sofferma sulla morte di Giulia Cecchettin e lancia un chiaro appello alle donne, ma anche agli uomini.
La morte di Giulia Cecchettin ha scosso l’Italia. La politica si è detta pronta ad intervenire per cercare di fermare questa violenza e, secondo il ministro Casellati, lo farà in modo unitario. “Questo è uno dei campi dove i partiti sono sempre riusciti a trovare un accordo – spiega l’ex presidente del Senato a La Stampa – non siamo all’anno zero, in passato sono state approvate altre norme. Possiamo dire che abbiamo agito, ora deve cambiare la cultura, che continua ad essere molto lenta“.
“Sugli uomini va fatto un lavoro di formazione in casa e a scuola – sottolinea ancora la Casellati – far capire all’uomo che è malato o che comunque ha una struttura mentale non giusta è molto complicato. Le donne il loro percorso lo hanno fatto, ora tocca ai maschi“.
L’appello della Casellati alle donne
Il ministro Casellati sfrutta anche questa intervista per analizzare il fenomeno e fare un appello: “Quanto sta succedendo è un fenomeno drammatico per le famiglie che subiscono queste tragedie, ma anche per una società che diventa sempre più malata. Ci sono uomini che non riescono ancora a sopportare il fatto che le donne possono fare carriera“.
“Il mio appello è questo: quando finisce una relazione anche se non si vede un segnale di pericolo, non si deve assolutamente andare all’ultimo appuntamento“, dice ancora la Casellati.
Premierato, l’invito della Casellati al Pd
La morte di Giulia ha sicuramente segnato molto le ultime giornate politiche, ma i temi sul tavolo sono diversi e al quotidiano la Casellati ribadisce la necessità di dare il via libera al premierato: “Il mio lavoro è stato fatto anche confrontandomi con le opposizioni. Ora spetterà al Parlamento decidere se lasciare tutto così oppure smontare“.
“Io inviterei la segretaria dem di lasciare da parte gli slogan – prosegue l’ex presidente del Senato – perché nessuno dei poteri del Capo dello Stato viene toccato e, quindi, non capisco la loro posizione“.