L’ex tennista italiano paragona l’altoatesino al portoghese in esclusiva a Notizie.com: “Come CR7 non si porta il talento da casa, ma lo costruisce con la dedizione e la costanza”. Poi su Djokovic: “Una persona fantastica, non è amato quanto meriterebbe”
Lode al numero 1, si è confermato il Maestro tra i Maestri. “Nole aveva 16 anni la prima volta che è venuto a casa mia…”. Diego Nargiso esalta il fenomeno Novak Djokovic. Dopo che il serbo stesso è tornato a esaltarsi con due partite da urlo: la semifinale contro Carlos Alcaraz e poi la finalissima contro Jannik Sinner, purtroppo.
“Essere il numero 1 del mondo è complicato, non ti permette di trasmettere la tua personalità tutti i giorni. Devi anche essere un po’ cinico per la pressione che hai addosso, tutti vogliono batterti“, racconta in esclusiva a Notizie.com l’ex tennista italiano, ora brillante commentatore tecnico per Sky. “Io amo le cose semplici e lui è una persone incredibile. Ve lo assicuro, ha un cuore enorme. Tratta tutti in un modo pazzesco, aiuta le persone senza dirlo, è veramente un generoso. Raccoglie meno consensi di quanto meriterebbe. Ha dei valori giusti, è una bella persona”.
Per Sinner, che lo aveva battuto nella sfida durante la fase a gruppi, non c’è stato nulla da fare: “Nole ha avuto una continuità impressionante, ha servito l’87% di prime palle nel primo set, non hanno dato modo a Jannik di entrare nel match. Nel secondo set c’è stata qualche chance, ma Jannik ha giocato da 7, contro uno come Nole devi giocare da 12 per vincere. Vediamo cosa succederà eventualmente in Coppa Davis, ci sarebbe la ‘bella’, qualora dovessero incrociarsi di nuovo”.
“Contro Djokovic sarebbe stata la vittoria più importante nella storia del tennis italiano”
Tutti a parlare di Sinner, tutti a caricare di aspettative la finale delle ATP Finals: “Si sentiva il pathos dell’evento e della grande manifestazione. C’era la voglia di vedere quelle che forse sarebbe stata la vittoria più importante di tutti i tempi nella storia del tennis italiano. Jannik è il numero 4 del mondo, ha vinto 61 partite quest’anno, più di ogni altro. È un ragazzo eccezionale. Chi sarebbe nel mondo del calcio? Può diventare Cristiano Ronaldo, cioè uno che arriva al top con il lavoro e la dedizione, che non si porta da casa il talento di Messi, bensì la determinazione e tutti gli altri ‘talenti’, cioè la cultura del lavoro e la costanza. Sinner deve ricalcare quello che ha fatto Djokovic”.
Una domanda sul Napoli, la sua squadra del cuore: “Mi sento ancora un ragazzino come tifoso. A me sono sempre piaciute le sfide complicate, mi piace partire dal basso, Mazzarri è un allenatore che ha fatto parte della nostra storia. Noi non possiamo essere i favoriti. Non abbiamo la ‘statura’ per reggere certe pressioni, non siamo abituati. Lotteremo per entrare tra le prime quattro, ce lo meritiamo”.
Di recente a Torino ha incontrato l’ex ds Giuntoli: “Mi ha raccontato Napoli degli ultimi anni. Lo adoro, l’ho apprezzato sempre come uomo. Mi ha rassicurato del fatto che noi siamo questo tipo di società, che veniamo fuori con le magate. Facciamo parte delle squadre così, che però devono rimanere solide. Per questo ringrazio De Laurentiis come appassionato, sono 14-15 anni che il Napoli arriva in Europa. Siamo nelle sue mani”.