Uno dei calciatori più importanti della storia del calcio italiano ha parlato dell’importanza dell’esempio che si deve dare ai giovani
I campioni sono tali perché, oltre ad emergere nella loro disciplina, riescono anche a catturare l’attenzione dal punto di vista umano. E uno di questi è Giorgio Chiellini, ex difensore di Juventus e Fiorentina oggi al Los Angeles FC. E’ un calciatore di fama mondiale, ammirato per il gioco in campo, ma anche per il comportamento avuto fuori dal rettangolo verde.
In una recente intervista Chiellini si è raccontato ed ha parlato anche di quanto sia utile dare un valido esempio ai più giovani, tramandando loro dei valori che sono fondamentali nello sport ma anche, e soprattutto, nella vita. Il calcio, che è il suo ‘habitat naturale’, è sicuramente un grande aiuto per avvicinare i ragazzi ai coetanei, facendoli maturare nel rispetto delle regole, socializzando e crescendo insieme. Da qui il dovere dei ‘più famosi’ di farsi portavoce di alcuni messaggi importanti.
Chiellini: “Gli atleti più seguiti devono lasciare una testimonianza tangibile”
“Mi piace essere un punto di riferimento per i più giovani e tramandare i valori che lo sport mi ha insegnato. Ci sono vittorie e sconfitte, gioie e dolori. Si cade e ci si rialza. In campo, se non si gioca l’uno per l’altro, non si va lontano”, così Giorgio Chiellini ha esordito a La Gazzetta dello Sport.
“Il rispetto delle regole e dell’avversario, il gioco di squadra, la condivisione, l’inclusione, la disponibilità nel sacrificarsi per il prossimo fanno la differenza, ma la fanno anche nel quotidiano. Il nostro compito – dice Chiellini, intervistato da Monsignor Dario Edoardo Viganò in occasione del Festival della Dottrina Sociale a Verona al via venerdì – è mettere in pratica questi valori e cercare di trasmetterli».
Il campione d’Europa con l’Italia nel 2020 è convinto che «gli atleti che hanno grande visibilità sui media e che sono seguiti dal grande pubblico hanno il dovere di lasciare una testimonianza tangibile”. In questo lo sport ha un ruolo strategico perché “azzera le differenze e annienta le discriminazioni. In campo nascono le prime relazioni, si sviluppa l’attitudine ad aiutarsi e a superare gli ostacoli. Alcuni legami restano per tutta la vita, altri si perdono e altri ancora si trovano strada facendo. Sono esperienze meravigliose”, conclude il classe ’84.