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Cronaca

Uccise la sorella, arriva la ‘punizione’ in carcere per l’assassino

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Cristiano

Uccise la sorella in strada, arriva la “punizione” direttamente dal carcere per il suo assassino: gli ultimi aggiornamenti 

Una vicenda che sconvolse un intero Paese, in particolar modo la città di Genova. Un femminicidio, l’ennesimo che si è verificato in Italia, e che ha visto come vittima Alice Scagni. Quest’ultima uccisa il primo maggio dello scorso anno. A toglierle la vita il fratello, Alberto Scagni, con 17 coltellate che non le hanno lasciato scampo. Nelle ultime ore si è ritornato nuovamente a parlare di lui, ma per un episodio che si è verificato all’interno del carcere di Sanremo, dove si trova attualmente e dove sta scontando la pena (24 anni e 6 mesi).

Alberto Scagni (Ansa Foto) Notizie.com

Secondo quanto riportato da alcune fonti e media locali pare che Scagni sia stato prima sequestrato e poi picchiato in carcere. Ad opera di altri detenuti. A quanto pare, a ridurlo in condizioni pessime, sono stati due carcerati maghrebini. Gli stessi che lo hanno aggredito nella sezione “detenuti protetti“. Ad evitare che la situazione potesse peggiorare da un momento all’altro sono stati gli uomini della polizia penitenziaria che sono intervenuti.

Genova, picchiato in carcere Alberto Scagni: condizioni critiche

Scagni è stato portato al Pronto soccorso di un ospedale. Le sue condizioni, fa sapere il personale medico, sono critiche. Soprattutto perché ha riportato delle ferite da taglio e contusioni su tutto il corpo. A quanto pare i due aggressori, quando sono stati fermati, erano completamente ubriachi ed avevano assunto un mix di psicofarmaci. Questo è quello che hanno annunciato i sindacati degli agenti. Prima hanno devastato la cella e poi sono stati fermati dagli agenti.

Alberto Scagni (Ansa Foto) Notizie.com

Si trovavano nella sezione del padiglione “Z”, proprio quella riservata ai detenuti “protetti”. I due si trovano in carcere per violenza sessuale aggravata. Si sarebbero ubriacati assumendo l’alcol ottenuto con la macerazione della frutta. Il segretario regionale del Sappe, Vincenzo Tristaino, in una nota ha comunicato che Segri è stato “torturato per ore” e che continueranno ad indagare su quanto successo nelle ultime ore. Lo avrebbero quasi ucciso, se non fosse stato per l’intervento degli agenti.

Non è finita qui visto che, nella colluttazione un poliziotto ha rimediato la rottura di una costola: ne avrà per tre settimane (di prognosi). Non è da escludere che si sia trattata di una spedizione “punitiva” per quanto commesso. Anche se conferme in merito non ce ne sono. Non si tratterebbe, però, affatto della prima volta che viene aggredito all’interno del carcere.

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