In una intervista che ha rilasciato al ‘Quotidiano Nazionale’ sono arrivate le parole da parte di Maurizio Lupi per quanto riguarda il nuovo ddl approvato in Senato
Per Maurizio Lupi la giornata di ieri al Senato è stata inevitabilmente importante. Ovvero quella riguardante l’approvazione del ddl Roccella contro la violenza sulle donne. Anche se, allo stesso tempo, ha voluto frenare gli entusiasmi visto che la strada da affrontare in questo tema è ancora molto lunga e complicata. Di questo, e molto altro ancora, ne ha discusso in una intervista rilasciata al ‘Quotidiano Nazionale‘. Il numero uno di ‘Noi Moderati‘ ha precisato che la legge passata è un dato positivo per tutti.
Anche se ribadisce: “Questa è solamente la punta dell’iceberg. Deve essere affrontata la parte dell’attività di prevenzione che deve articolarsi attraverso tutte le agenzie educative. In particolar modo quelle riguardanti la famiglia, scuola e società. Non sono d’accordo alla proposta del ministro dell’Istruzione Valditara per rendere materiale didattica l’educazione affettiva. Servirebbe solamente a caricare gli insegnanti di un altro peso. Anzi, credo si debba valorizzare il ruolo dell’insegnante come maestro ed educatore“.
Poi punta il dito contro le famiglie: “Dovrebbero smetterla di dire sempre “sì”. I ragazzi devono essere in grado di reggere i “no”. Questo significa insegnare a rispettare la libertà degli altri, anche accettando un rifiuto. Cultura e informazione, in questo caso, hanno un peso non indifferente. In particolar modo la Rai che dovrebbe educare tutti, non solo i giovani“.
Alla domanda sul fatto che non avessero investito nei centri anti-violenza ha ribadito: “Abbiamo stanziato 50 milioni di euro per i centri di aiuto alla vita. Anche i centri contro la violenza e per finanziare il reddito di libertà. Contro la repressione si interviene con la sburocratizzazione. La legge approvata prevede l’accelerazione ai tempi delle denunce. Il ruolo dello Stato non può limitarsi solamente a quello della repressione. La parità tra uomo e donna non ci potrà mai essere se c’è disparità nel lavoro tra gli stipendi“.
In conclusione ribadisce: “Patriarcato? Non c’entra nulla. E’ uno schema che non ci porterà molto lontano. La generalizzazione non aiuta. Quello che mi preoccupa è una cultura del narcisismo e del possesso. Bisogna saper agire su questo fronte“.