“Scusatemi, non è elegante!”, ha detto Gregg Popovich durante la partita tra Spurs e Clippers. I tifosi di casa non hanno perdonato a Kawhi Leonard l’addio del 2018. È intervenuto l’allenatore: “Smettetela!”
Una scena così non si era mai vista prima su un campo di basket. Gregg Popovich, coach dei San Antonio Spurs, ha preso il microfono dello speaker dell’arena e si è rivolto direttamente ai suoi tifosi: “Scusatemi un secondo. Possiamo smettere di fischiare e lasciamo giocare questi ragazzi? Abbiate un po’ di classe. Noi non siamo questi. Smettere di fischiare”. Il bersaglio del palazzetto era Kawhi Leonard, l’ex a cui il pubblico non ha perdonato l’addio nel 2018. L’episodio è avvenuto mentre il cestista era impegnato a realizzare due tiri liberi.
Qualche attimo di silenzio, poi il pubblico ha ricominciato coi “booo“. Leonard, cinque anni fa, aveva chiesto alla franchigia texana di essere ceduto ed era stato scambiato con i Toronto Raptors. Decise di lasciare così la squadra che lo aveva scelto al Draft del 2011 e con cui aveva conquistato l’anello del 2014 da MVP delle Finals. I tifosi lo hanno sempre considerato un tradimento. Popovich, al contrario, è esploso a match in corso e si è reso protagonista di una mossa inedita in una partita di NBA.
Il suo gesto comunque è stato inutile perché, a seguito del suo appello, i fischi sono ripartiti più forti di prima. Leonard ha segnato 18 dei suoi 26 punti dopo il messaggio del coach avversario e ha trascinato i Clippers al successo. “Chiunque sappia qualcosa di sport sa che non bisogna stuzzicare l’orso“, ha spiegato Popovich alla fine della partita. Insomma, ha giustificato il gesto con una motivazione cestistica.
Leonard, invece, ha detto di non essersi accorto nemmeno di quanto successo: “Ero concentrato sul segnare i miei tiri liberi, me lo hanno detto dopo. So che se non ho una maglietta degli Spurs addosso continueranno a fischiarmi per il resto della carriera, ma la situazione è quella che è. Sono una delle migliori tifoserie della lega e sono molto competitivi, ma quando sono per strada o nei ristoranti non mi mostrano nient’altro che affetto“.