Una delle figure di spicco della sinistra israeliana parla apertamente di tutte le trattative che ci sono state in questi anni con i palestinesi
Parlare apertamente e senza alcun filtro. Nè paura o fastidio di dire le cose che pensa e soprattutto come sono e come stanno. Da sempre. “Credo che la politica del nostro governo sia fondamentalmente sbagliata. Accettare la tregua in cambio del rilascio degli ostaggi ci mette alla mercé di Hamas. Come del resto era sbagliatissima la politica di Netanyahu, che ha rafforzato Hamas a Gaza. Di conseguenza, adesso vincono i terroristi decisi a guadagnare tempo estendendo il cessate il fuoco. Per il nostro esercito la situazione si fa complicata, i soldati sono bloccati nel mezzo del campo di battaglia e la tregua potrebbe durare mesi”, sono le parole reali di uno dei personaggi di spicco della sinistra israeliana, quel Yossi Beilin che è sempre stato uno di quelli che ha portato avanti negoziati su negoziati con i palestinesi per arrivare a una pace definitiva e duratura.
Beilin da sempre è un fervido e inguaribile sostenitore della necessità di negoziare la pace, di arrivare a un mondo dove israeliani e palestinesi vivano insieme senza alcun problema, senza odio. Un mondo di sogni? Vedendo quello che sta accadendo, sembrerebbe di sì. Beilin è stato uno degli artefici degli accordi di Oslo con Yasser Arafat nel 1993, oggi a 75 anni non nasconde che prima del 7 ottobre aveva provato a trattare segretamente con Hamas. “Scoprii che il leader palestinese Feisal Husseini a Gerusalemme era pronto al dialogo, in Parlamento feci abolire la legge che vietava rapporti con gli emissari di Arafat. Poi arrivò la mediazione norvegese. C’era la volontà di capirsi“.
Un fallimento annunciato, secondo qualcuno, ma per Beilin tutto nasce da lontano, peccato perché il dialogo era continuo e anche efficace a un certo punto, ma tutto naufragò all’istante: “L’assassinio di Yitzhak Rabin per mano di un fondamentalista ebreo; l’elezione di Netanyahu che non voleva i due Stati; la crescita del terrorismo di Hamas. Sottovalutammo gli estremisti nei due campi pronti a sacrificarsi per boicottare la pace“.
La risposta di Hamas in questi ultimi tempi è sempre stata la stessa e Beilin non fa che confermarlo e ribadirlo con forza e tanta amarezza: “Rifiutavano. Hanno detto che non erano interessati a trattare e neppure a un canale di contatto riservato. Gli ostaggi? Liberiamoli in uno scambio unico, perché allungarlo nel tempo? Quindi, riprendiamo subito a combattere“.