“L’avvocato Antonio Trimboli per i responsabili civili Ministero della Difesa e Ministero dell’Interno insiste nell’istanza già formulata alla scorsa udienza e chiede sentenza di non luogo a procedere”.
Così si legge nel verbale dell’udienza preliminare del 27 novembre scorso, al termine della quale il giudice per l’udienza preliminare ha deciso di rinviare a giudizio Claudio Campiti, accusato di aver ucciso quattro donne durante una riunione di condominio a Fidene.
Tra le vittime della furia omicida che armò il presunto killer c’era anche un’amica della premier Giorgia Meloni, Nicoletta Golisano. L’avvocatura dello Stato chiede il proscioglimento dalle accuse, mentre il legale dell’imputato chiede il rinvio a giudizio.
Il verbale dell’udienza è stato recuperato dagli avvocati dei familiari delle donne uccise e dei sopravvissuti, che hanno denunciato la richiesta. Palazzo Chigi però, in una nota stampa diffusa nei giorni scorsi ha negato la ricostruzione dei legali: “Relativamente al giudizio a carico di Claudio Campiti per l’omicidio di Fabiana De Angelis, Nicoletta Golisano, Elisabetta Silenzi e Sabina Sperandio, l’Avvocato dello Stato non ha mai chiesto nell’udienza preliminare che non si procedesse a carico dell’imputato. La richiesta di estromissione come responsabili civili del Ministero dell’Interno e del Ministero della Difesa non è stata accolta da parte del giudice, che quindi nel corso del giudizio accerterà pienamente i profili di responsabilità”.
I dodici avvocati hanno definito la posizione dell’avvocatura dello Stato “inaccettabile”. E chiedono che “Palazzo Chigi spinga con ferma determinazione i Ministeri della Difesa e dell’Interno ad assumersi le loro responsabilità, che sono sotto gli occhi di tutti, per la sottrazione dell’arma dal poligono di tiro grazie ad una clamorosa falla nella sicurezza e per l’omessa vigilanza da parte di chi sapeva e doveva controllare e chiedono altresì, che i Ministeri si attivino immediatamente per garantire l’integrale risarcimento del danno nei confronti di tutti i danneggiati per la strage di Fidene”.
Ai microfoni di Notizie.com, Massimiliano Gabrielli, uno dei dodici legali, spiega la vicenda e sottolinea la “bugia”. “La questione è semplice anche se ingarbugliata e controversa: l’avvocatura dello Stato, in Aula, ha contestato che i Ministeri fossero stati chiamati come responsabili civili nel processo penale. E ha pensato bene che per difenderli, l’unica scelta possibile fosse il non luogo a procedere. Se l’abbia fatto in modo provocatorio, non lo so, ma noi lo contestiamo”.
Secondo l’avvocato, la scelta è “gravissima”, soprattutto perché “nemmeno il difensore dell’imputato è stato così sfacciato da chiedere di non procedere nei confronti del suo assistito. Ha chiesto il rinvio a giudizio per difendersi sulle aggravanti”.
La nota di Palazzo Chigi, dichiara Gabrielli, è “una doppia figuraccia. Da una parte lo Stato chiede di non fare il processo perché chiediamo i risarcimenti, dall’altro Palazzo Chigi in una nota dice che non è vero. Io so quello che ho sentito e non ho avuto alcuna incertezza, infatti abbiamo replicato. Sul verbale è scritto nero su bianco che l’unico che ha chiesto di non procedere è l’avvocato dello Stato”.
Cosa accade ora? “Lo Stato deve assumersi le proprie responsabilità”, afferma l’avvocato. “I Ministeri sono chiamati a rispondere delle gravissime omissioni della vigilanza, su come Campiti si sia procurato un’arma da fuoco al poligono. Il Ministero della Difesa è proprietario della struttura ed è deputato a vigilare sulle armi. Quello dell’Interno è deputato a controllare anche la sicurezza dei sistemi di vigilanza nel poligono”.
Infine, un appello alla premier Giorgia Meloni, che come detto aveva un rapporto di amicizia con Nicoletta Golisano, una delle donne uccise. “Prendiamo atto che Palazzo Chigi prenda una posizione sulla strage di Fidene, perché sappiamo che aveva una conoscenza diretta con una delle vittime. Ma le cose vanno dette nel modo giusto. La nota di risposta di Palazzo Chigi è inesatta, perché è stato detto che l’avvocatura dello Stato non ha mai chiesto di non procedere contro Campiti, ma noi abbiamo il verbale: non è così. Lo Stato si prenda le sue responsabilità. Deve rispondere sia degli omessi controlli sia se un suo apparato fa una scelta suicida e inaccettabile moralmente, che è quello che è accaduto. Chiediamo che il governo intervenga, non per nascondere ciò che fa l’avvocato dello Stato, ma per spingere i ministeri ad assumersi le loro responsabilità morali e civili”.