Nasser al-Qudwa, nipote di Arafat, in un’intervista su ‘La Repubblica’ si sofferma sulla guerra in Israele e sottolinea la necessità di nuovi leader.
La guerra in Israele prosegue senza sosta e per il momento la tregua sembra essere molto lontana. Ma cosa è cambiato dopo il 7 ottobre? A spiegarlo in un’intervista a La Repubblica è Nasser al-Qudwa, nipote di Arafat: “E’ finita la strategia israeliana di incoraggiare l’esistenza di un governo a Gaza differente da quello della Cisgiordania. Ora l’unica soluzione è quella dei due Stati e, quindi, dell’accettazione dell’indipendenza nazionale e dell’autodeterminazione dei palestinesi“.
Il nipote di Arafat è sicuro che “dopo la guerra avremo un nuovo governo israeliano, una nuova leadership palestinese e un Hamas diverso da quello differente. L’obiettivo sono le elezioni appena la popolazione a Gaza inizierà a vivere in maniera normale. Quello sarà l’unico modo per dare vista all’Olp, l’unica che può garantire unità e rappresentanza dei palestinesi“.
“Sono in corso contatti per la liberazione delle donne soldato”
Nasser al-Qudwa sottolinea come in questo momento “i mediatori sono al lavoro per arrivare alla liberazione delle donne soldato e di quelli più anziani. Ma non so sella fine succederà“.
Questo, però, non porterà ad una tregua molto più lunga. “Io credo che il governo israeliano voglia riprendere da subito le operazioni militari nel Nord e nel Sud di Gaza – prosegue il nipote di Arafat in questa intervista – il che porrà problemi seri sia agli americani che ai Paesi arabi per la catastrofe umanitaria che genererà“.
“La sfida della ricostruzione è enorme”
Naturalmente è ancora aperta anche la partita della ricostruzione. “Si tratta di una sfida enorme – spiega il nipote di Arafat – penso che se sarà necessario, Abu Mazen possa avere un ruolo, ma senza un incarico reale. Magari un ruolo di garanzia o onorario. Serve comunque una nuova squadra di governo“.
Al-Qudwa parla anche della possibile transizione a Gaza con una forza araba multinazionale al governo: “Con alcune garanzie i palestinesi potrebbero accettare. Ma questa non deve essere di combattimento e soprattutto il mandato deve essere breve e con il compito di riconsegnare la terra ai palestinesi“.