L’influenza suina torna a far paura, nelle ultime ore è stato comunicato l’ennesimo caso: adesso cresce, sempre di più, l’allarme nel Paese
Torna nuovamente a far paura l’influenza suina. Un incubo che, a quanto pare, non è stato affatto eliminato del tutto. Anche perché, nel Paese in questione, non si sta parlando d’altro se non di questo caso. Ovvero di una persona che è stata colpita da questa influenza. Il Regno Unito è decisamente sotto shock per questa notizia che, nel giro di pochissimo tempo, ha iniziato ad estendersi sempre di più. Anche se, allo stesso tempo, media e fonti locali fanno sapere che non ci sono prove sul fatto che questa influenza suina si stia diffondendo.
Anche perché il paziente in questione pare che si sia ripreso completamente. Non si tratterebbe affatto della prima volta che le infezioni di diffusione dei virus respiratori, quelli dagli animali alle persone, si verificano. Anche perché sono molto comuni, ma in alcuni casi non viene data una certa importanza. Impossibile dimenticarsi nel 2009 quando una pandemia umana ha ucciso circa 284mila persone. Il virus che è stato rivelato nel Passe britannico era l’influenza A sottotipo H1N2, noto aver infettato 50 persone in tutto il mondo dal 2005.
Regno Unito, primo caso di influenza suina: indagini in corso
Le autorità sanitarie, nel frattempo, non hanno voluto perdere altro tempo ed hanno iniziato ad effettuare le prime indagini del caso. Capire, più che altro, come questa persona sia venuta a contatto col virus H1N2. Non solo: stanno anche studiando questi eventuali segni che indichino il virus che sia in grado di diffondersi nell’uomo (trasmissione uomo-uomo). Fino a questo momento, però, non c’è alcun tipo di correlazione. Almeno queste sono le prime informazioni (rilasciate verso la fine del mese di novembre) da parte dell’UKSHA.
Il personale medico ha effettuato un test genetico su un individuo, nel North Yorkshire. Nel frattempo sono arrivate anche le parole da parte di uno dei virologi più esperti dell’Università di Glasgow, Ed Hutchinson. Queste sono alcune delle sue parole: “È davvero importante che questi casi vengano monitorati, perché se qualcosa sta andando oltre vogliamo saperlo”. Gli fa eco Paul Hunter, epidemiologo dell’Università di East Anglia in quel di Norwich: “Il motivo per cui è comparsa ora è che si stava diffondendo nei suini”.
Fonti e media locali, in conclusione, fanno sapere che coloro che sono a stretto contatto con questo tipo di animali, ovvero che ci lavorano ogni giorno, sono considerati (ovviamente) quelli più a serio rischio. Il virus, in questo caso, può essere trasmesso in maniera molto più semplice.