Il numero uno di Frontex, l’Agenzia europea di guardia costiera e frontiera, non può collaborare con l’Italia sui rimpatri con i vicini albanesi
Frontex alza le mani anzi, se ne guarda bene d’intervenire sul famoso accordo tra Italia e Albania sulla migrazione. E annuncia che non potrà dare il suo supporto al governo italiano sulle operazioni di rimpatrio dei migranti “irregolari” che verranno portati nei centri sulla costa albanese. A dirlo è il numero uno dell’Agenzia europea Hans Leijtes che si occupa dei rimpatri e di operare sulle frontiere e sulle coste dei paesi extra–Ue: “Anche se siamo attivi in Albania, non potremo aiutare l’Italia con i rimpatri da lì perché non ci è consentito farlo da Paesi extra-Ue“.
Una doccia fredda per il Belpaese e per l’accordo che Meloni e Rama, il primo ministro albanese, hanno trovato non meno di due mesi fa circa e lo dice al quotidiano la Stampa. Hans Leijtens sarà a Roma per un’audizione in Parlamento e probabilmente spiegherà questa situazione al governo, Di sicuro un problema in più, da non sottovalutare. Il problema non è di poco conto ed è esclusivamente legislativo, anche perché chi ottiene il diritto d’asilo nei centri “italiani” sul territorio albanese, secondo quanto si apprende dalla Ue, “rischia di essere escluso dal meccanismo europeo di ridistribuzione che verrà introdotto con il nuovo Patto migrazione e asilo”.
“Frontex continuerà a fare del suo meglio”
Per l’Italia e per la Meloni, ma anche per Rama l’intesa siglata potrebbe non essere agevolata anzi contrastata ancora di più. L’ex generale olandese Leijtens, ora a capo di Frontex, dove si è insediato il 1° marzo di quest’anno, proprio tre giorni dopo il naufragio di Cutro che costò la vita ad almeno 94 migranti. L’inchiesta su quella tragedia è ancora in corso, ma il numero uno di Frontex, nonostante non fosse ancora entrato, sottolinea che l’Agenzia non commise alcun errore: “La tragedia che si è verificata è profondamente spiacevole e ogni singola vita persa è un doloroso promemoria della dura realtà in mare. Tuttavia, alla luce di quanto sapevamo in quel momento, le nostre azioni sono state corrette e conformi a tutti i protocolli”.
Hans Leijtens, inoltre, garantisce che “Frontex continuerà a fare del suo meglio per comprendere e rispondere alle situazioni nel miglior modo possibile, e a lavorare instancabilmente per salvare vite umane“. E ci mancherebbe, visto che è il suo lavoro e obiettivo principale.