Gli ex pazienti oncologici che sono guariti da dieci anni, potranno adottare un bambino, chiedere un mutuo e partecipare a un concorso.
Per loro tutto questo prima rappresentava un ostacolo, ma da ora in poi non lo sarà più grazie alla legge sull’oblio oncologico che ieri ha avuto l’ok definitivo dal Senato, dopo quello della Camera.
Il testo prevede norme a tutela degli ex pazienti da possibili discriminazioni sia nell’ambito lavorativo che assicurativo e finanziario. E il divieto di chiedere informazioni su un tumore avuto dopo dieci anni dalla guarigione. Inoltre sarà possibile adottare.
“È molto positivo che questa legge sia passata, perché è giusto che le persone guarite dal tumore siano equiparate a quelle sane. Quando è passato tanto tempo dalla diagnosi e dalla guarigione, un ex paziente oncologico ha la stessa aspettativa di vita di chi non ha mai avuto un tumore”. Lo spiega ai microfoni di Notizie.com, Luigi Cavanna, presidente del Cipomo, Collegio Italiano dei primari oncologici ospedalieri.
“Questa legge è molto importante e noi oncologi ci siamo adoperati molto per averla. Dall’Associazione italiana di oncologia medica, passando per l’Aioc e il Cipomo, tutti abbiamo lavorato e spinto in questa direzione”, continua.
Una legge che è stata definita “di civiltà”, che stabilisce come tempo 10 anni dalla guarigione: “Per determinare questi dieci anni è cercato di seguire le regole degli altri Paesi, scegliendo di fare una media sulle varie guarigioni, ovviamente sulla base di criteri scientifici. Per alcune forme di tumore infatti, dieci anni possono essere tanti. Penso al cancro alla tiroide o al testicolo: in questi casi si guarisce dopo cinque anni. In altri casi, come il tumore alla mammella o alla prostata, i tempi sono più lunghi e si arriva a 15-20 anni. Anche con le forme di cancro meno note il tempo è lo stesso”.
Secondo Cavanna la legge sull’oblio oncologico era necessaria perché trovare tanti ostacoli rendeva agli ex pazienti la vita complicata: “Veniva vissuto male. Tante volte negli anni scorsi e di recente ho fatto certificati di avvenuta guarigione di giovani coppie che volevano adottare un bambino. O anche consulenze oncologiche a pazienti guariti che avevano avuto un tumore da giovanissimi. Certamente era un ulteriore freno burocratico che si aggiungeva alla già lunga trafila per adottate un bambino”.