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Via della Seta, Barcaiuolo (FdI) a Notizie.com: “Nessuna conseguenza economica per le imprese italiane”

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Giovanna Sorrentino

L’accordo della Via della Seta prevedeva che la Cina investisse in Italia. Questi investimenti sono stati ridimensionati da Pechino per questioni di natura interna”. 

Per questa ragione Michele Barcaiuolo (FdI) ritiene che l’uscita dell’Italia dal patto non porterà conseguenze negative all’economia italiana: “Il passo indietro probabilmente è stato reciproco. L’accordo doveva durare fino alla primavera 2024 ed eventualmente rinnovato. Quindi non è corretto dire che l’Italia è uscita dalla Via della Seta: semplicemente non è stato rinnovato il contratto”. 

Giuseppe Conte, Xi Jinping, Michele Barcaiuolo (FdI) (Ansa Foto) – notizie.com

Con una nota della Farnesina alla Cina, l’Italia non ha rinnovato il memorandum firmato dal governo Conte I nel 2019. La decisione è arrivata al termine di un negoziato tra Roma e Pechino, sia per motivi economici (il patto non ha prodotto i risultati attesi), sia politici (Roma fu l’unica del G7 ad aver aderito, provocando anche la preoccupazione dell’Ue e degli Usa.

Barcaiuolo, capogruppo in Commissione Esteri e Difesa al Senato per Fratelli d’Italia, sottolinea che i rapporti commerciali con la Cina non termineranno: “Il partenariato e la Via della Seta sono due cose diverse. Nel primo caso la Cina ci sarà e si potrà anche sviluppare in maniera più forte, ma parliamo di accordi commerciali. La Via della Seta invece, racchiudeva una scelta geostrategica che non appartiene alla strada dell’Italia e la poneva ai margini dell’Occidente. Inoltre rischiava di minare l’autonomia e la sovranità delle nostre infrastrutture principali, primi tra tutti i porti”. 

La scelta del governo italiano ha scosso non poco le opposizioni, primi tra tutti il Movimento 5 Stelle. “È una decisione che si giustifica solo per ragioni ideologiche, fatta per compiacere altri che non sono le imprese italiane”, ha dichiarato l’ex premier e presidente dei grillini Giuseppe Conte all’Adnkronos, esortando il governo Meloni a chiedere “alle nostre imprese cosa pensano in proposito”. 

Perché per l’Italia era necessario uscire dalla Via della Seta

Michele Barcaiuolo (Ansa Foto) – notizie.com

Barcaiuolo risponde che “le imprese italiane che commercializzano con la Cina non avranno alcuna difficoltà. Italia e Cina sono due culture millenarie e manterranno il partenariato, seppur nelle loro differenze e nonostante le scelte fatte a livello geostrategico e geopolitico. La visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che si sta concordando in questi giorni, lo testimonia”. 

L’uscita dell’Italia per il senatore di FdI “era una notizia scontata, nel senso che anche stavolta il governo ha fatto gli interessi italiani. Nel caso della Via della Seta l’Italia era l’unico Paese del G7 che aveva aderito. Ciò ci poneva ai margini dell’Occidente. Dall’altra parte c’è la questione economica: erano previsti investimenti da parte della Cina che non sono arrivati. Inoltre c’era un problema di natura tecnica ed economica: di certo non guardavamo con favore al modello del porto del Pireo applicato ai porti italiani, ovvero essere succubi delle politiche cinesi. Inoltre quel trattato era ombroso nei contenuti”.

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Giovanna Sorrentino