Coldiretti, i dati sugli alberi (veri) parlano chiaro: quanto spendono gli italiani? Tutto quello che serve sapere
Gli ultimi dati che sono stati rilasciati parlano fin troppo chiaro. L’albero naturale di Natale si troverà nelle case di ben 3,5 milioni di famiglie italiane. Anche se, allo stesso tempo, il 65% tende a riciclare l’albero di plastica. Una piccola minoranza, invece, lo compra nuovo di plastica. Questo è quanto è stato annunciato direttamente dalla Coldiretti/Ixè. Un comunicato che è stato diffuso in occasione del Villaggio della Coldiretti a Napoli (in piazza Municipio).
Proprio in una delle piazze più importanti del capoluogo campano è stato allestito un maxi-vivaio con tutte le diverse varietà di abeti e i tutor del verde di Campagna Amica. Non è altro che una delle tradizioni natalizie più radicate. Ben l’86% degli italiani addobba l’albero. Chi invece fa il presepe è il 93%, soprattutto tra giovani che vanno dai 18 ai 34 anni.
Coldiretti, gli italiani tra alberi (veri) di Natale e quelli di plastica
Quanto spenderanno gli italiani per acquistare un albero vero=? La spesa dovrebbe essere di 38 euro. Anche se, allo stesso tempo, pare che più di un cittadino su due (il 57%) contiene il budget sotto i 30 euro, un altro 15% si orienta tra i 30 e i 50 euro, ma c’è anche un 13% che spenderà fino a 100 euro.
Ovviamente i prezzi cambiano in merito all’altezza ed alla varietà con gli abeti più piccoli. Gli stessi che non superano il metro e mezzo venduti tra i 10 e i 60 euro a seconda della misura. La vendita avviene nei vivai, nella grande distribuzione, presso i fiorai, nei garden, ma ottime occasioni si trovano anche in molti mercati degli agricoltori di Campagna Amica.
In una nota Coldiretti ha emanato: “L’albero naturale italiano concilia il rispetto della tradizione con quello dell’ambiente visto che è coltivato soprattutto nelle zone montane e collinari.
Gli abeti utilizzati come ornamento natalizio derivano per circa il 90% da coltivazioni vivaistiche mentre il restante 10% dalla normale pratica forestale che prevede interventi colturali di “sfolli“.