Secondo l’ultimo sondaggio Eurobarometro, i cittadini di tutta Europa si stanno interessando sempre di più alle elezioni europee del 2024.
Si stanno preparando al voto anche i governi, mentre i sondaggi parlano di un’impennata dei partiti euroscettici di estrema destra.
Il centrodestra italiano ha visioni diverse sulle coalizioni in Europa, con il leader della Lega Matteo Salvini che propone di proiettare il modello italiano a Bruxelles e la premier Meloni che ha una visione più centrista. Questo rischia di spaccare la maggioranza di governo in Italia? Lo abbiamo chiesto a Luca Verzichelli, politologo, presidente della Società italiana di Scienza Politica (Sisp) e professore ordinario dell’Università di Siena.
Professore, le parole del leader della Lega Matteo Salvini di questi ultimi giorni nei confronti dell’Europa non sembrano concilianti.
“È iniziata la campagna elettorale per le europee. O meglio, per le elezioni europee ma tutta italiana. Agli occhi del Paese la coalizione di centrodestra, che sembrava nuova, maggioritaria e coesa, si è rivelata “all’italiana”, cioè incollata e tutto sommato non così scontata dal punto di vista dei numeri”.
Matteo Salvini apre ai sovranisti.
“Salvini si prende carico della componente ultra-sovranista, che a logica dovrebbe appartenere più a Fratelli d’Italia e lo fa coerentemente con le sue posizioni di questi anni. Non dimentichiamo che c’era lui dietro all’operazione Paolo Savona nel 2018, quando si voleva portare al Ministero dell’Economia un ministro anti-euro. L’atteggiamento verso l’Europa della Lega negli ultimi cinque o sei anni non è una novità”.
La premier Meloni però non è più sulla stessa linea di quando era all’opposizione.
“Meloni ha bisogno di accreditarsi in Europa e cerca un automatico adattamento verso un modello consensuale europeo. Non so se abbia proprio in mente di apparentarsi con pezzi della coalizione Ursula von der Leyen, ma di certo non ha escluso, dovendo lavorare in Europa da premier nei prossimi anni, che la sua linea possa essere, se non completamente coerente, almeno non agli opposti di una coalizione con popolari e socialisti insieme”.
Quindi una coalizione diversa dal centrodestra italiano?
“L’atteggiamento di Meloni non stupisce. Forse stupiscono un po’ i toni, che sono effetto di un nervosismo”.
Un nervosismo derivante da Salvini?
“I sondaggi dicono che le opposizioni non guadagnano. Ma il centrodestra non riesce a “monetizzare” questa situazione. Guardando i dati, sia a livello di partiti – Lega e FdI (sceso sotto il 30%) – sia a livello di coalizione (qualche decimale sotto rispetto alla luna di miele dei mesi scorsi), credo che il nervosismo dipenda dalla lettura dell’opinione pubblica di questa situazione. Non so quanto sia razionale, bisognerebbe attendere di non fare danni ulteriori. Il vantaggio sulle opposizioni è ancora molto netto”.
In una telefonata precedente a questi microfoni, ha dichiarato che la coalizione italiana di centrodestra non avrebbe subito gli effetti negativi delle elezioni europee, qualora i partiti di maggioranza si fossero presentati in coalizioni differenti. La pensa ancora così?
“La situazione finanziaria costituisce una bolla. L’economia non cresce, ci sono seri rischi di recessione anche per il futuro. L’adattamento a una serie di decisioni europee è necessario: lo sa Meloni ma anche Salvini. Dall’altra parte l’Europa è “costretta” a scommettere sull’Italia perché nessun Paese sta particolarmente bene dal punto di vista finanziario. La Germania è cresciuta zero, la Francia insieme con l’Italia sta chiedendo maggiore flessibilità per le politiche finanziarie perché, dopo il caos seguito al tentativo di riforma delle pensioni di Macron, vive una situazione di incertezza politica. Inevitabilmente, stando un po’ tutti sulla barca dell’incertezza, finiamo per assomigliarci. Ma nelle formule politiche, è evidente che la coalizione Ursula a Bruxelles e quella Meloni di Roma, sono diverse e lo rimarranno. Nel voto europeo il frazionamento dell’Italia sarà diverso e temo più farraginoso e spezzettato degli altri Paesi Ue”.
La proposta di Salvini di proiettare in Europa la stessa coalizione di destra italiana non è proprio applicabile?
“Non è applicabile perché il partito popolare è molto legato ai temi tradizionali dell’europeismo. Con il tentativo Weber di qualche mese fa c’è stata una spinta del tutto legittima e comprensibile verso destra, anche per arginare il flusso di voti verso i partiti sovranisti. Gran parte dei governi europei hanno sostanzialmente confermato la linea europeista. Quindi non è praticabile prima ancora che nei numeri, nelle modalità con cui si deve lavorare in Europa: c’è bisogno di un modello centripeto e consensuale”.