L’ex direttrice della Polizia Postale ora vice direttrice dell’Agenzia nazionale per la Cybersicurezza parla chiaro e si espone
Intelligenza artificiale, tutti la vogliono, tutti la desiderano ma a patto che sia regolamentata, altrimenti può anche essere dannosa. E’ un passo in avanti deciso per l’umanità, ma si deve procedere per gradi e usarla nel miglior modo possibile, tanto che Nunzia Ciardi, vice direttrice dell’Agenzia nazionale per la Cybersicurezza, mentre parla al quotidiano La Repubblica, ci tiene a sottolineare un aspetto riguardo all’AI: “Mi piace partire da notizie importanti. L’associazione italiana di ematologia e oncologia pediatrica ha spiegato che si attendono grandissimi passi avanti nelle cure grazie all’intelligenza artificiale. Mirano a diagnosi precise e personalizzate per bambini che così potrebbero guarire. Una notizia straordinaria”.
Non c’è dubbio che lo sia una notizia straordinaria, anche se, poi, la stessa direttrice Ciardi aggiunge quello che potrebbe essere il rovescio della medaglia: “Poco dopo, alcune Organizzazioni non governative hanno reso noto che grazie a software sviluppati con l’intelligenza artificiale l’Iran sta identificando le donne che non rispettano i rigidi requisiti del codice di abbigliamento islamico. Bene, tra questi due esempi, tra il grande bene e il grande male, c’è la nostra sfida: mettere i paletti e costruire una governance che ci spieghi per cosa l’Intelligenza artificiale va usata e per cosa invece no. Un contesto che coordini sviluppo, sicurezza ed etica”. E’ questa la grande sfida che sta aspettando i grandi esperti al varco: stabilire delle regole precise secondo le quali questa grandissima opportunità può essere usata o meno.
“AI è uno strumento straordinario e può essere prezioso per la sicurezza, a un patto…”
“Per citare la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, “un quadro normativo in cui innovazione e regolazione vadano di pari passo. Ecco, dopo la mossa dell’Unione europea, questo è il nostro compito“, le parole di Nunzia Ciardi che non si arrende all’evidenza e spinge il tasto soprattutto in una direzione ben precisa. Il suo pensiero è piuttosto chiaro, forse una delle pochissime voci che sta prendendo una certa posizione, dalla quale non intende allontanarsi. “Partiamo, come premessa – sottolinea la Ciardi -, dal dire quasi una banalità, però necessaria: l’intelligenza artificiale è uno strumento straordinario, portata ai suoi massimi livelli. Pensare di non competere su un terreno come questo è folle, significa negare il progresso e condannarsi a restare indietro nel tempo”.
Usare l‘intelligenza artificiale per la sicurezza può essere una risorsa preziosa, anzi di più, ma va fatto con criterio e, appunto, umana intelligenza, segue la Ciardi nel suo pensiero: “La capacità di processare un enorme quantità di dati, ci permette nella cybersicurezza strumenti di difesa dei sistemi fin qui inimmaginabili. Bene, detto questo sarebbe stupido non vedere i pericoli. E dunque regolamentarli“.