Un esponente del governo della Cina durante i lavori della Cop a Dubai ha trovato illuminanti le parole del Pontefice sul clima
Il grande tema che arriva da Dubai è che le energie rinnovabili devono aumentare a dismisura ed essere al centro di tutto entro e non oltre il 2023. Un obiettivo non proprio facile da raggiungere, ma da Dubai, almeno tanti, non proprio tutti, convergono su questa possibilità. A fatica, ma la comunità internazionale ha trovato un punto di accordo. Quello che che sorprende è l’intesa e la volontà cinese trovata con gli americani che poi sono tra i paesi che più inquinano il mondo. Il Papa non è potuto essere presente, nonostante fosse atteso da tutti, per questioni fisiche, ma le sue parole sono comunque arrivate, e ci sono stati apprezzamenti imprevisti anche da parte di paesi che non hanno proprio la stessa veduta e identità del Pontefice.
Il vice-premier di Pechino Ding Xuexiang, nel suo discorso inaugurale e conclusivo, ha chiesto con forza e una certa pressione di accelerare la trasformazione verde, cercando di realizzare nel più breve tempo possibile “l’aumento delle energie pulite”. Parole che hanno fatto breccia e che hanno colpito tanti paesi che non erano proprio sulla linea verde, definiamola così. Secondo Ma Jinfeng, docente della North West University di Xian, bisogna “accelerare il progetto e dare una spinta forte“.
Il professore cinese, in questo caso a Dubai era tra i delegati maggiori sulla materia energetica, è impegnato in vari progetti per favorire la neutralità carbonica. Da anni è parte delle delegazioni di Pechino alle Cop, inclusa quella attuale. Da non dimenticare che con il 31% di emissioni, la Cina è, insieme agli Usa, il grande “emettitore mondiale” “Negli ultimi anni sono stati sviluppati modelli a zero emissioni che hanno consentito la rapida riduzione nell’utilizzo dei combustibili fossili. Entro il 2050, la Cina prevede di ridurre a non più del 15% la dipendenza dagli idrocarburi mentre l’85 per cento dell’energia sarà prodotta da fonti rinnovabili”, ha spiegato il professor Ma Jinfeng all’Avvenire.
Il delegato cinese parla anche di “scambi di conoscenze” tecnologiche tra paesi e questo è sorprendente, anche perché spesso la Cina fa di tutto per non condividere anzi l’esatto contrario. Ma pare che da questo punto di vista l’impegno e le parole sull’argomento da parte di Papa Francesco abbiano aperta una via. Una direzione nella quale esperti cinesi ne siano rimasti stimolati e affascinati. “Il Papa è una delle grandi voci della ragione e un’autorità morale credibile sulla crisi climatica”, le parole convinte del delegato cinese, professore ed esperto di energia rinnovabile Ma Jinfeng. E’ un buon inizio almeno è quello che lascia sperare.