Roberto Dipiazza in un’intervista a ‘Il Foglio’ si schiera contro il limite dei due mandati: “Non riesco a perché continua ad esserci”.
Le elezioni amministrative si avvicinano e il sindaco di Trieste, esponente di centrodestra, critica in modo duro il limite dei due mandati in un’intervista a ‘Il Foglio’. “Non capisco perché continua ad esserci – sottolinea Dipiazza – lo abbiamo solo noi e per me andrebbe tolto. Io finirò il mio mandato nel 2027, dopo 26 anni da primo cittadino eppure ho dovuto passare da tutte le forche caudine“.
“Il limite va tolto – aggiunge il sindaco – pensate quante cose avrei potuto fare per la mia città nel 2011 quando non mi sono potuto candidare. Al mio posto è andato un altro primo cittadino che i triestini hanno mandato a casa. A decidere è il popolo e per questo motivo non capisco il senso di tenere questa norma“.
“Per una vera trasformazione c’è bisogno di tempi lunghi”
Dipiazza spinge per avere un modello molto simile a quello estero: “Il sindaco di Lubiana governa la città da vent’anni e ha avuto il temo per trasformarla e ottenere dei risultati importanti. Lo stesso vale per Vienna. I cinque anni servono solo a conoscere bene il territorio. Alcuni non riescono neanche ad imparare il nome delle strade“.
Il primo cittadino di Trieste ribadisce che “per una vera trasformazione c’è bisogno di tempo e, quindi, di mandati lunghi. Io l’ho sempre pensata così e non capisco perché debba esserci il limite“.
“Non è un discorso che mi riguarda in prima persona”
Dipiazza tiene a sottolineare che questo è un suo pensiero generale e che non lo riguarda in prima persona: “Come ho già detto prima nel 2027 saranno 26 anni che faccio il sindaco. Mi date la possibilità di andare in pensione?“. Da parte sua nessuna intenzione di ricandidarsi, ma questa è una battaglia che continuerà a combattere nella speranza che si cambi.