È caos all’interno della nazione dopo che la comunità è stata attaccata dal presidente: è l’unico paese in Europa ad aver preso queste misure
Continuano le polemiche in Russia, in particolare dopo che la Corte Suprema ha messo al bando il movimento LGBT all’interno del paese. Il motivo della sua proibizione, infatti, è che è stata considerata una “organizzazione estremista”. Non è stato spiegato, comunque, se i membri o le associazioni create a supporto del movimento avranno qualche tipo di punizione o multa. Gran parte di questo cambiamento radicale, e discutibile per il resto dei paesi d’Europa, si ritiene sia stato dovuto alle politiche di Vladimir Putin, che ha fatto dei “valori familiari tradizionali” uno dei punti di forza e dei punti principali del suo ‘regime’.
“L’obiettivo è quello di riconoscere il movimento pubblico internazionale LGBT e le sue suddivisioni come organizzazione estremista e proibire le sue attività sul territorio della Russia“, è stato scritto all’interno della sentenza, chiara e certa delle sue prossime mosse. Questo è stato dovuto anche all’osservazione di alcune autorità che hanno trovato “segni e manifestazioni di natura estremista da parte del movimento LGBTQ+ operante in Russia, compreso l’incitamento alla discordia sociale e religiosa“. Anche se non è stata presentata alcuna prova a riguardo, la decisione è stata comunque presa.
Il caso
“Nonostante il Ministero della Giustizia pretenda di designare come estremista un’organizzazione inesistente, il ‘movimento civico internazionale LGBT’, in pratica potrebbe accadere che le autorità russe, con questa sentenza alla mano, applichino tale regola contro attivisti iniziative LGBTQ in Russia, considerandole parte di quel movimento civico“. Queste sono le parole di Max Olenichev, avvocato per i diritti umani che lavora al fianco della comunità LGBTQ+ russa.
Il paese, però, non è l’unico nel mondo ad aver preso una posizione del genere. Ce ne sono diversi, infatti, che sono in accordo con le scelte di Putin e hanno approvato diverse leggi contro il movimento LGBTQ+. Da segnalare comunque che in Europa la Russia è l’unica ad essersi opposta contro la comunità.
Ecco di seguito la lista completa:
Africa: Afghanistan, Arabia Saudita, Brunei, Ciad, Comore, Gibuti, Egitto, Eritrea, Etiopia, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea – Bissau, Iran, Iraq, Kenya, Kuwait, Libano, Libia, Mali, Mauritania, Marocco, Nigeria, Oman, Pakistan, Qatar, Somalia, Sudan, Sud Sudan, Tanzania, Togo, Tunisia e Uganda.
Asia: Afghanistan, Arabia Saudita, Brunei, Iran, Iraq, Kuwait, Libano, Maldive, Pakistan, Qatar, Arabia Saudita, Siria, Emirati Arabi Uniti e Yemen.
Europa: Russia.
America: Cuba, Nicaragua e Panama.