Il direttore degli studi dell’Ispi parla al CorSera e spiega quanto sta avvenendo nella Ue con il processo di annessione
Un’annessione che s’ha da fare e che presto o tardi si farà. L’Ucraina sempre più verso l’Europa, ormai è scritto e quasi fatto in tutti i suoi elementi. E se non è così, non manca molto. Di sicuro un primo importante mattone è stato messo sotto forma di documentazione ed è quello che conta. “Una decisione non scontata e dall’alto valore simbolico sul piano politico per Kiev”, sono le parole di Antonio Villafranca, direttore degli studi dell’Ispi e co-head di Europe and global governance centre, che parla dell’ammissione dell’Ucraina ai negoziati per l’adesione alla Ue.
Un passaggio storico che non è da sottovalutare per nessun motivo, soprattutto per quello che sta accadendo da qualche settimana a questa parte, ma anche per quanto sta avvenendo in medio Oriente tra Israele e Hamas che un po’ d’attenzione l’ha deviata anche sotto il profilo mediatico e in parte anche politico. E l’Ungheria da un certo punto di vista, su questa annessione, era coinvolta, ma per Villafranca qualcosa è cambiato: “E’ stata sbloccata una parte dei 31 miliardi di euro di fondi Ue congelati in seguito alle violazioni dello stato di diritto da parte del governo Orbán. Bruxelles aveva contestato a Budapest una serie di leggi su giustizia, corruzione, conflitti di interessi e appalti pubblici, considerate contrarie ai principi democratici dell’Ue. Poi lo sblocco di 10,2 miliardi, circa un terzo del totale congelato, decisione che ha contribuito ad ammorbidire Orbán”.
Per tutta l’Ucraina questo passaggio è significato molto, anche perché atteso da parecchio tempo. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato di vittoria ed in un certo senso si può definire tale. “Per quel paese – spiega Villafranca al Cor Sera – si tratta di un successo dal forte valore simbolico a livello politico. Se non fosse arrivato il via libera, sarebbe stato un ottimo assist alla Russia di Vladimir Putin, soprattutto in una giornata in cui il leader russo è tornato ad alzare i toni contro l’Ucraina. Negare l’avvio dei negoziati a Kiev avrebbe indebolito la credibilità dell’Europa in quanto istituzione. Ora però l’obiettivo più importante per l’Ucraina e la sua sopravvivenza è il pacchetto da 50 miliardi di aiuti”.