Il ministro delle Riforme non ha alcun dubbio su come si procederà e sull’effetto che avranno le modifiche istituzionali
Una riforma che s’ha da fare. E il ministro Casellati è colei che l’ha strutturata e la porta avanti con grande entusiasmo e consapevolezza. Talmente convinta che è sicura che il Premierato potrebbe essere un toccasana anche per l’economia del Paese. E’ convinta la ministra e lo esterna proprio al Sole24Ore: “Sono i numeri a confermarlo. In 75 anni di storia repubblicana abbiamo avuto 68 governi con una durata media di 14 mesi. È inaccettabile. L’avvicendarsi continuo di esecutivi appesantisce il funzionamento e i costi della macchina dello Stato incidendo pesantemente sull’economia. Secondo gli esperti, negli ultimi dieci anni l’instabilità è costata agli italiani 265 miliardi di interessi sui titoli di Stato”.
E per il Minstro Casellati avere stabilità politica grazie anche al Premierato alla lunga vorrebbe dire anche salute economica e risparmio per le tasche dei cittadini, con la possibilità per chi è al governo di poter operare e programmare per il paese con un progetto a lungo periodo. “Ecco perché il premierato è anche una leva economica, la “riforma della riforme” che permetterà di portare a termine e attuare i provvedimenti su fisco, giustizia, pensioni, scuola, lavoro ecc, rendendo l’Italia più competitiva e in grado di attrarre gli investimenti dall’estero”.
La critica più forte e feroce che si avanza nei confronti del Premierato è che questa riforma è diversa rispetto a quelli di altri paesi, come la nomina e la revoca dei ministri. Per la Casellati non è questo un problema o meglio non può essere l’ostacolo per criticarla anche perché il “lavoro da fare è ancora tanto e si può discutere“.
Per il Ministro inoltre è “paradossale che l’opposizione denunci il “prosciugamento” dei poteri del Presidente della Repubblica e allo stesso tempo parli di un “Premier debole””. Per il Casellati sono altre le cose su cui bisogna lavorare e confrontarsi, anche con l’opposizione per mettere a punto la riforma in tutta la sua essenza. “Una contraddizione in termini palese. Quando si critica a colpi di slogan, del resto, è difficile non cadere nell’incoerenza. Il testo della riforma è frutto di una fase d’ascolto nella quale mi sono confrontata con tutte le forze politiche, i costituzionalisti, le parti sociali e le categorie economiche”.