Parla lo storico che da sempre conosce le questioni del Medio Oriente e al CorSera spiega la sua analisi: “Ci vorranno mesi per sconfiggerla”
La guerra non si ferma. Israele va avanti e non intende mollare, né tanto meno proporre negoziati e allora si rischia di andare fino all’infinito. “Non va come i comandi israeliani avevano sperato. Hamas resiste molto meglio del previsto. Ma è ancora troppo presto per giudicare», parla così il famoso storico Benny Morris al CorSera, uno dei più famosi nel suo campo anche perché meglio di altri conosce la situazione in Medio Oriente. “Sarei molto cauto sui numeri delle vittime diffusi da Hamas. Nessuno può verificare se davvero siano 19.000, i nostri militari stimano a 7.000 i loro guerriglieri uccisi“.
Sul proseguimento della guerra, Morris non è molto ottimista soprattutto sul fatto che possa finire da qui a poco tempo. “La guerra è a metà strada: il nord della Striscia di Gaza pare più o meno sotto il nostro controllo, con ancora alcune sacche di resistenza nei tunnel. Si crede che tra pochi giorni tutta quell’area in superfice sarà messa in sicurezza. Sembra però che larga parte del vasto sistema di tunnel sia ancora intatto, i militanti vengono alla luce per brevi sortite e poi scappano nel sottosuolo. Ci vorranno mesi per debellarli del tutto”.
Si fa un gran parlare della possibilità che i leader di Hamas si possono identificare e prenderli con la forza o meno, almeno l’input d’Israele è quello del “vivi o morti“, non fa differenza e su questo Morris sembra avere delle perplessità: “Gran parte dei loro dirigenti si sono spostati là. Ecco il motivo per cui le nostre unità migliori adesso stanno combattendo a Khan Younis. Nei tunnel in quella zona ci sono anche gli ostaggi“.
Da capire, e su questo l’esercito israeliano sta avendo tante difficoltà, l’esatta mappatura dei tunnel che sono stati scavati negli anni e questo sembra essere anche il sintomo di una preparazione a questa situazione che fa pensare non poco. Per Benny Morris è tutto ancora più complicato: “La nostra intelligence non è riuscita a stabilire la mappa precisa dei tunnel. E non sappiamo se davvero gli israeliani saranno in grado di riportare una vittoria totale nei limiti di tempo stabiliti da Joe Biden. Quali siano non è chiaro: probabilmente tra le tre e cinque settimane, almeno per controllare la superficie di Gaza. Va ricordato che Israele non ha ancora attaccato la zona di Rafah nel sud, dove si trovano i tunnel che garantiscono l’approvvigionamento di armi e munizioni dal Sinai egiziano”.