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Cronaca

Manovra, i medici scioperano ancora, Di Silverio (Anaao Assomed) a Notizie.com: “In assenza di risposte andiamo avanti”

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Giovanna Sorrentino

La Legge di bilancio non è ancora stata definitivamente approvata, ma i medici sono già sul piede di guerra ed annunciano un nuovo sciopero a gennaio.

La Manovra economica per il 2024 è l’ennesimo schiaffo al sistema sanitario pubblico e ai suoi professionisti”, scrivono in un comunicato congiunto le sigle Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing up. “Senza confronto e senza novità sostanziali sulle richiesta alla base delle nostre mobilitazioni, a gennaio proseguiremo con 48 ore di sciopero”. 

La Legge di bilancio, aggiungono, “mortifica i principi della salvaguardia della sanità pubblica e del diritto alla tutela della salute che continuano a non essere tra le priorità di questo Paese, a prescindere dal colore e dall’appartenenza politica di chi lo governa”. 

In esclusiva a Notizie.com, Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed, spiega nei dettagli il motivo dello sciopero.

Sciopero dei medici, Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed (Ansa Foto) – notizie.com

Professore, per quale motivo incrociate nuovamente le braccia?
Scioperiamo perché in questa Manovra non ci sono i segnali che continuiamo ad aspettare, né in termini economici né legislativi. Abbiamo chiesto di usare i pochi soldi previsti per il lavoro ordinario e non per quello straordinario, di abolire il tetto del personale, uno scudo penale in attesa della legge sulla depenalizzazione dell’atto medico e risorse aggiuntive per contratti che, stando le cose così come sono, prevedono un aumento del 5,7%: 10 punti sotto il tasso inflattivo. In assenza di risposte, andiamo avanti”. 

Nel comunicato congiunto di Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing up, dichiarate che “al netto dei rinnovi contrattuali in scadenza, ben al di sotto del tasso inflattivo, il vero finanziamento al Ssn è di soli 800 milioni”. 
Non bastano. Il problema non è solo economico, ma riguarda anche come il governo decide di investire sulle proprie risorse. Se le parti sociali non vengono chiamate in causa per capire come rendere più appetibile la professione, e si continua ad agire a senso unico senza ascoltare chi lavora sul campo, si rischia di adottare misure che non sono utili al miglioramento del sistema e non soddisfano i sindacati”.

La Manovra non è ancora stata approvata definitivamente, ma sulla questione delle pensioni dovrebbe essere prevista una rimodulazione.
La rimodulazione del governo non risolve il problema, perché allunga l’età pensionabile e salva una platea ridotta. Una platea che è minore rispetto a quella interessata col primo articolo 33. Noi abbiamo chiesto che quest’ultimo venga abolito e ciò non è avvenuto”. 

Manovra, i medici scioperano ancora, Di Silverio (Anaao Assomed) a Notizie.com: “In assenza di risposte andiamo avanti” (Ansa Foto) – notizie.com

Una delle conseguenze della decisione del governo sulle pensioni potrebbe essere che molti medici vadano in prepensionamento. Se questo dovesse accadere, ci sarebbero ancora meno professionisti. Quindi servono nuove assunzioni.
Chiediamo di rendere più appetibile la professione. E lo sostengono anche il ministro della Salute Orazio Schillaci, la premier Giorgia Meloni e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ma non abbiamo visto leggi che vanno in questo senso. La norma sulle pensioni produrrà un prepensionamento di almeno 4mila medici, che si aggiungeranno agli altri 4mila che vanno via dal sistema sanitario in età non pensionabile. E c’è una carenza di base di 15mila medici e 40mila infermieri: gli ospedali si stanno svuotando”.

Ciò non aiuterebbe certo a ridurre le liste di attesa…
Il governo definisce le liste di attesa un problema, ma sono un effetto. Derivano da una carenza infrastrutturale e di personale. Quest’ultima deriva dal blocco delle assunzioni ma anche dalla scarsa appetibilità che il sistema sanitario ha per chi dovrebbe entrarci. Quindi è un cane che si morde la coda: se non agiamo sul lavoro dei professionisti per renderlo più appetibile e più sicuro, non si risolverà il problema delle liste di attesa né del sistema pubblico di cure”.

A proposito dell’organizzazione sanitaria, quali sono le carenze che gli 800 milioni di cui parlate non basteranno a colmare?
Nessuna carenza sarà colmata con 800 milioni. 600 sono andati alla sanità privata accreditata per le liste di attesa, altri 200 circa sono destinati a premiare un lavoro straordinario che dirigenti medici e sanitari non potranno fare perché già lavorano 60 ore a settimana. Saranno soldi che serviranno ancora una volta a foraggiare da una parte il privato accreditato e dall’altra le aziende in deficit”.

Sciopero dei medici (Ansa Foto) – notizie.com

Il Pnrr risolverà il problema delle infrastrutture?
Le infrastrutture ospedaliere purtroppo passano alla cronaca solo quando si consumano le tragedie, ma noi ne denunciamo i problemi da anni. A nostro avviso il Pnrr rappresenta un’occasione unica in tal senso, perché se è vero che quei soldi non possono essere usati per il personale, possono essere utilizzati per le infrastrutture. In questo caso però, c’è un’inadempienza da parte delle Regioni, perché in questo momento ci sono 11 miliardi destinati al rinnovo infrastrutturale che giacciono nelle casse dello Stato, perché le Regioni non sono state in grado di utilizzarli”.

Professore, parliamoci chiaro: fa un po’ strano sentir parlare di sciopero dei medici. Cosa sta cambiando?
Ha colto nel segno. È stato superato il sottile limite che esiste tra il senso etico di chi cura e il senso di autopreservazione dell’essere umano. Quindi i medici hanno deciso di bloccare per qualche giorno il sistema di cura per non bloccarlo per sempre. Noi ci auguriamo, da una parte, che si cerchi di evitare questi scioperi, dall’altra che non vengano percepiti come attacchi politici strumentali, ma come richieste di aiuto da parte di un sistema che ha bisogno che tutti lavorino insieme per salvarlo e implementarlo. Se questo non si comprende, ci comporteremo di conseguenza”.

C’è già la data dello sciopero?
Ancora no. Stiamo valutando ancora a livello legislativo, stiamo sentendo le basi sindacali e cercando di fare in modo che sia uno sciopero quanto più largo possibile. Proprio come quello del 5 dicembre: per la prima volta in dieci anni ha visto la partecipazione dell’85% dei medici e personale sanitario”.

Sciopero dei medici (Ansa Foto) – notizie.com

Nel frattempo cercherete un punto di incontro con il governo, magari anche dopo aver letto la Manovra definitiva?
Noi vogliamo parlare, dialogare e confrontarci, ma il confronto si fa in due. Il governo continua a non convocarci e fare la parte offesa per uno sciopero che sembra naturale. I ponti decide sempre di tagliarli il governo. Noi non vogliamo, ma è naturale che non possiamo continuare a prendere schiaffi in faccia stando zitti”.

Crede che se si è arrivati a questo punto è anche perché gli ospedali sono stati concepiti come aziende?
Il sistema aziendalistico è fallito. O meglio: quarant’anni fa aveva senso, oggi no. Nel momento in cui l’ospedale si trasforma in un’azienda, si entra nel conflitto etico e morale tra profitto e cura della salute. Quest’ultima non ha a che vedere col primo. Quindi è naturale che il sistema vada un po’ in crisi. Dopodiché c’è stata un’applicazione non corretta delle leggi e provvedimenti seguenti hanno stretto eccessivamente la corda. Oggi quindi, il sistema aziendalistico non è più attuale”.

Sciopero dei medici (Ansa Foto) – notizie.com

Come si va avanti?
Inventando un nuovo modello in cui l’ospedale ridiventi luogo di cura e non di diagnosi. Il territorio deve diventare luogo di diagnosi, implementando sia i servizi sia i professionisti. Non è ammissibile che per un elettrocardiogramma il paziente debba riferirsi necessariamente a un ospedale, così come in un’indagine strumentale di primo livello. In ospedale deve andarsi a curare. Per fare ciò occorrono investimenti economici, ma anche un grande sforzo organizzativo che non può prescindere dalla partecipazione di tutte le parti in causa”.

Sta parlando degli ospedali di comunità?
Ospedali di comunità, case di comunità, ma anche del modello organizzativo di lavoro. Oggi i professionisti dirigenti medici e sanitari sono ingabbiati in un modello lavorativo che non gli appartiene. Per la legge italiana noi risultiamo pubblica amministrazione: con tutto il rispetto per tutte le categorie, siamo equiparati agli impiegati. Ma la nostra professione non è impiegatizia, con un cartellino da timbrare all’entrata e all’uscita”.

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Giovanna Sorrentino