La Roma cade a Bologna e senza Dybala e Lukaku sembra una squadra smarrita, Camelio: “Non giocano, pensano all’arbitro”
Nella 16esima giornata di Serie A la Roma cade al Dall’Ara; il Bologna si impone 2-0 grazie alle reti di Moro e Kristensen. I giallorossi, orfani di Dybala e Lukaku, non mettono in campo una prestazione degna di nota, anzi, la loro prova lascia nuovamente dubbi sul gioco di questa squadra. “Senza Dybala la classe non c’è, senza Lukaku la fisicità non c’è. Senza entrambi sapevo che sarebbe stata dura“, ha ammesso Mourinho a fine partita.
Per analizzare l’avvio di stagione della Roma, e in particolare le prestazioni dei giallorossi, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Notizie.com l’opinionista di Radio Radio, TvPlay e Calciomercato.it Enrico Camelio: “Per la prima volta i sostenitori di Mourinho si stanno scagliando contro il tecnico, come si può vedere sulle pagine social del club giallorosso, e questo è sicuramente un dettaglio che la dice lunga, visto che fino ad ora in tanti hanno supportato a prescindere il portoghese. Mourinho aspetterà i Friedkin fino a febbraio, è vero, ma è strano per un tecnico del suo livello che dovrebbe avere tante proposte“.
L’allenatore romanista al triplice fischio ha anche parlato del suo futuro: “Voglio continuare alla Roma, con le nostre limitazioni del Fair play finanziario bisogna pensare ai giovani su cui investire e con potenziale, piuttosto che puntare su altri che sono già ad un determinato livello e senza margini di sviluppo. Sarebbe dura per me separarmi da questo ambiente e se la separazione dovesse avvenire non sarebbe per decisione mia“. Parole che però non hanno completamente convinto, neanche Camelio: “Mourinho ha sempre criticato tutti, dalla proprietà, alla rosa, passando per gli infortunati e ora dice di volere un progetto giovane? Ha detto pubblicamente, più di una volta, di non aver mai lavorato con i giovani“.
L’opinionista infine commenta il lavoro della squadra e dei big che dovrebbero portarla in alto: “Pellegrini dove sta? Non si vede né in campo, né fuori; si prende gli insulti e non difende la squadra, non è questo l’atteggiamento che deve avere un capitano. Come sostiene Fabio Capello, in campo durante le partite si vede ciò che si fa in settimana: questo è indicativo, visto che la Roma non gioca a calcio ma pensa a litigare con gli arbitri“.