“Il mio non è stato un attacco alla magistratura, le mie sono state riflessioni e preoccupazioni riguardo ad alcune tendenze che vedo emergere non in modo carbonaro, ma in modo molto evidente”.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto questa mattina in Aula alla Camera è tornato sulle recenti dichiarazioni sulla magistratura, quando in un’intervista al Corriere della Sera del 26 novembre aveva parlato di “opposizione giudiziaria”.
Nell’ambito di un’informativa urgente ha spiegato che gli “era stato riferito che in varie riunioni ufficiali della magistratura e congressi, venivano dette delle cose che dovevano sollevare preoccupazioni istituzionali, un dibattito”, ha aggiunto.
Dopo l’intervista, il ministro Crosetto era stato ascoltato in Procura a Roma come persona informata sui fatti il 6 dicembre. Venerdì durante un incontro al Ministero con Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, era arrivato un chiarimento sulla questione.
E oggi in Aula è tornato sull’argomento: “Penso sia legittimo che noi ci chiediamo e definiamo, con questo Parlamento e con il governo, le regole entro le quali si confrontano, interagiscono e lavorano i poteri dello Stato: la rappresentanza appartiene alla politica. La rappresentanza non appartiene alla magistratura e neppure all’esecutivo: appartiene, per la Costituzione, a quest’Aula e a quella del Senato, appartiene al Parlamento”.
Crosetto ha aggiunto: “Ho capito che esiste da parte della magistratura la percezione di un attacco. Penso che nessun potere, nessun organo dello Stato, debba sentirsi sotto attacco da parte di un altro, o limitato nelle sue azioni dall’altro”.
Inoltre il ministro ha auspicato una “tregua” per lavorare insieme nei prossimi anni: “Sarebbe l’ora di costruire un tavolo di pace nel quale si definiscono le regole per la convivenza nei prossimi anni. Non è possibile che ci sia uno scontro dal ’94 a oggi, senza riportare la discussione e la composizione all’interno di quest’Aula, che per la Costituzione è il luogo dove le regole vengono fatte”.
Crosetto fa riferimento più volte a conversazioni interne alla magistratura e a un dibattito che deve partire dal Parlamento sulla questione: “Alcune cose lette sono qualcosa su cui la Camera dovrebbe riflettere”.
A suggellare che le parole del ministro della Difesa sono condivise da tutto l’esecutivo, la presenza del Guardasigilli Carlo Nordio, seduto accanto a lui. Il cambio di passo quindi, è condiviso da tutto il governo: “Penso che sia importante, se vogliamo uscire dallo stallo in cui la politica italiana è da quasi 30 anni, uscire da questo scontro pregiudiziale tra politica e magistratura, definendo le regole entro le quali si muovono il potere esecutivo, legislativo e giudiziario”.