I giudici non hanno avuto dubbi per emettere la condanna per ll’omicidio della porvera 18enne pachistana. Dati anche 14 anni allo zio
Pochi dubbi c’erano e pochi dubbi ci sono stati. Per l’omicidio della povera Saman Abbas, i giudici hanno dato l’ergastolo per Shabbar Abbas e la moglie Nazia Shaheen, i due genitori di Saman, la giovane 18/enne uccisa tra la notte del 30 aprile e il primo maggio del 2021 a Novellara.
Non solo. Oltre all’ergastolo ai due genitori che hanno ucciso barbaramente la povera ragazza, si crede sia stato materialmente il padre con la madre che ha assistito a tutto e non ha fatto nulla, è stato condannato a 14 anni anche Danish Hasnain, lo zio di Saman che ha partecipato attivamente all’omicidio. Sono stati invece assolti i cugini della ragazza Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, che hanno aiutato e collaborato durante il processo.
Una sentenza che fa pensare e racconta soprattutto un omicidio diverso rispetto a quello che si immaginava e prospettava. Dal dispositivo si deduce che Danish Hasnain è stato condannato per omicidio e occultamento di cadavere, mentre i genitori per omicidio aggravato dal legame familiare. Anche per loro niente premeditazione né soppressione del corpo. Tutti sono stati assolti dal sequestro di persona.
La sindaca di Novellara, Elena Carletti, esprime le sue perplessità. “Per tutti noi che abbiamo creduto in una rete familiare estesa che ha contribuito all’esecuzione e all’occultamento del corpo la sentenza è solo in parte quella che ci si poteva aspettare perché nulla la condanna a 14 anni dell’esecutore materiale“. L’avvocata Elena Iannuccelli sembra delusa, anche perché il suo assistito, Saqib, non ha ottenuto alcun risarcimento, così come il fratello di Saman: “Rimane il dispiacere perché Saman avrà sempre 18 anni, per gli altri la vita continua, in carcere o fuori. Non comprendiamo l’ergastolo per i genitori che non hanno partecipato e 14 anni per l’esecutore materiale. Questo percorso processuale ha riservato una serie di colpi di scena dove sono state spazzate via testimonianze come quella del fratello, dichiarato indagabile”