Il capo negoziatore della Brexit parla in una intervista a La Stampa ed esprime le sue perplessità su quanto sta avvenendo
Ottimismo, pazienza e razionalità. E’ sempre stato il suo credo, anche quando era commissario europeo per il mercato interno e continua a vederla in questo modo Michel Barnier che, durante un’intervista al quotidiano La Stampa, fa una sorta di piano generale per quello che sta avvenendo all’interno della Ue: “I negoziati stanno procedendo bene. È corretto continuare così“. Il capo negoziatore della Brexit, vede con positività le trattative che stanno facendo i Paesi europei sui temi economici, dal patto di Stabilità ma anche su altro. E’ intervenuto al Grand Continent Summit di Saint-Vincent, in Val d’Aosta, per parlare di tematiche economiche in ambito europeo.
Nonostante il suo ottimismo, in questo momento ci sono diverse situazioni di stallo per quel che riguarda il tanto atteso Patto di stabilità, ma anche sul Mes: “Ogni sette anni dobbiamo costruire una prospettiva finanziaria per l’Unione europea. La crisi del Covid ci ha colpito duramente e l’economia era instabile. Ora la situazione si è irrobustita e dobbiamo andare avanti. Dobbiamo trarre insegnamenti e reagire alle crisi in modo coordinato e negoziato tra tutti. Penso che il commissario Paolo Gentiloni stia facendo un buon lavoro a Bruxelles. Negoziare funziona sempre“.
“Una questione chiave è la guerra in Ucraina”
Ci sono tanti equilibri da mantenere e salvaguardare secondo Barnier, a cominciare anche dalle alleanze con i vari Orban e con una remota possibilità che l’Italia possa essere più vicina all’Ungheria che ad altro: “Una questione chiave è la guerra in Ucraina. C’è una differenza tra Orban e la posizione della maggioranza degli Stati membri nei confronti della Russia. Il dialogo con Orban è complicato ma lui sa dove sono le linee rosse e sa, ovviamente, che è nell’interesse dell’Ungheria rimanere un attore forte all’interno dell’Ue“.
La destra sta avanzando in tutta Europa ed è un dato di fatto, anche secondo Michel Barnier: “Sono molti gli Stati membri in cui dobbiamo essere per seguire le elezioni. Il caso dei Paesi Bassi lo dimostra. Non voglio intromettermi nella politica interna degli Stati membri, né dell’Italia né di altri. Ma so che dobbiamo stare attenti affinché i capi di Stato di tutta Europa agiscano a favore dell’unità dei 27 Stati membri”.