L’ex Premier britannico ora ministro degli Esteri sembra sposare la linea Netanyahu: “Se i terroristi restano in pieni, i due Stati sono impossibili”
E’ stato quasi in esilio imposto a rimuginare e riflettere, ma da quando Sunak l’ha richiamato, David Cameron si è calato nella parte in tutto e per tutto nel suo nuovo ruolo di Ministro degli Esteri della Gran Bretagna. E lo fa tornando a parlare della situazione in Israele e spingendo per continuare ad attaccare Hamas: “Un cessate il fuoco lascerebbe Hamas al suo posto, con la loro ambizione di perpetrare altri attacchi terroristici come quelli del 7 ottobre: dunque non puoi avere un cessate il fuoco immediato e una soluzione basata sui due Stati, sono mutualmente incompatibili. Vogliamo un cessate il fuoco sostenibile, dunque non appena Hamas è messa fuori gioco e non sia più una minaccia per Israele: allora possiamo avere un cessate il fuoco allo stesso tempo di un processo di pace“.
Cameron spinge per questa soluzione perché crede fermamente che l’ipotesi dei due Stati sia ancora percorribile anzi l’unica per risolvere una situazione che non si risolverà mai se non si metterà in pratica questa soluzione e lo spiega in una lunga intervista al CorSera: “Ci vorrà molto lavoro e al momento potrebbe sembrare lontana , ma in qualche modo è diventato ancora più necessario non tornare allo status quo precedente e trovare un nuovo cammino per avere Israele sicuro nei suoi confini e uno Stato palestinese allo stesso tempo“.
Dalla situazione in Israele e Hamas, direttamente in Ucraina da Zelensky e una situazione che, via via, non si sta mettendo benissimo, anche perché, è innegabile, a lungo andare i tanti paesi che stanno aiutando gli ucraini da quasi due anni potrebbero piano piano sfilarsi, ma per Cameron non esiste, anche perché non c’è possibilità che Putin possa avere il sopravvento: “No, non sta vincendo, ha subito un disastro catastrofico: ha perso 300 mila soldati, gran parte della flotta del Mar Nero, il suo tentativo di prendere l’Ucraina d’assalto è stato un totale fallimento, l’economia russa è più povera e la Nato ha acquisito due splendidi nuovi membri. Dobbiamo completare quel disastro continuando a sostenere l’Ucraina: il fatto che abbiamo avuto sei mesi difficili non è una ragione per arretrare ma per raddoppiare gli sforzi“.
Tutto giusto quanto sostiene David Cameron, ma da Macron agli altri primi ministri, sembrano dare l’impressione di un Occidente stanco, ma l’exPremier britannico rigetta questa ipotesi: “Il modo di convincere la gente è che se dai un premio a un dittatore ottieni più dittatori, se premi un invasore ottieni più invasioni, se premi qualcuno che ignora la sovranità di altri Paesi avrai la sovranità di altri Paesi messa in discussione. Ciò che l’Occidente deve fare è ciò che la sua forza economica può fare: le nostre economie sono 25 volte più grandi di quella russa, dunque se teniamo la rotta e diamo all’Ucraina il sostegno di cui ha bisogno possiamo far sì che Putin non vinca“.