Parla a Repubblica il deputato che ha portato avanti l’emendamento della discordia e rilancia: “Se Nordio manterrà le promesse fatte noi saremo con lui”
Una polemica dietro l’altro. E una serie di improperi che stanno avanti da giorni per quel che riguarda la legge cosiddetta “bavaglio“. A farla e portarla avanti e cercare in tutti i modi di metterla in approvazione con successo è stato Enrico Costa, il parlamentare di Azione che a Repubblica spiega la sua scelta e lo fa anche con una verve polemica. Parte dicenco subito: “Se Nordio manterrà le promesse fatte sulla giustizia noi saremo con lui”. Un’apertura bella e buona da parte di Enrico Costa al governo, ma solo sulla giustizia, su altro si vedrà.
Ma sulla legge non accetta passi indietro, anzi Costa va avanti senza nemmeno avere mezzo ripensamento. Tutt’altro. E si mette a discutere col cronista di Repubblica durante l’intervista: “Diritto dell’informazione? Della Costituzione lei legge solo l’articolo 21 sulla libertà di stampa o riesce ad arrivare al 27? Lì ci troverà la presunzione d’innocenza fino alla sentenza definitiva, proprio quella che noi vogliamo tutelare con il mio emendamento”.
Il deputato di Azione Enrico Costa non si arrende e apre nuovi scenari sulla giustizia e non solo: “Sulla giustizia l’apertura c’è già stata da parte nostra e non l’abbiamo mai negato. Se Nordio manterrà le promesse fatte noi saremo con lui. Quanto al resto ho la mia idea e la esprimerò negli organismi di partito“. Ma tornando sulla famosa legge, il parlamentare non si placa e porta avanti la sua idea cercando di far capire i motivi che l’hanno indotto ad andare avanti su questa strada: “Con il mio emendamento si potrà comunque dare la notizia e spiegare il contenuto dell’ordinanza. Invece sarà vietato pubblicare testualmente l’atto processuale, zeppo di intercettazioni e di informazioni ancora da verificare”.
Le polemiche, soprattutto tra i giornalisti, anche quelli vicini al governo, non si placano per quel che riguarda la disfunzione su come procedere, ma Costa ha un’idea tutta sua sulla coalizione a volte tra giornalisti e magistrati: “Ha ragione chi dice che la vera separazione delle carriere da attuare è quella tra magistrati e giornalisti. Che rafforzano le reciproche posizioni a spese della presunzione d’innocenza”. La polemica non si spegne anzi si alimenta e chissà per quanto tempo andrà avanti. E tutto questo in attesa che Mattarella firmi la legge.