L’attentatore era uno studente modello e considerato un nerd. Nei suoi diari è stato trovato tutta la pianificazione: “Voglio uccidere e provocare tutto il dolore possibile…”
Ha lasciato tutto il mondo senza fiato. E senza poter proferire parola. Un ragazzo di 24 anni di cui tanti avevano stima che invece nascondeva dentro di sé un terrore allucinante. Si chiamava David Kozak, studiava all’Università di Praga, aveva ottimi voti e conduceva una vita normale, almeno secondo tanti e almeno fino al 21 dicembre del 2023, quando ha deciso di salire su un tetto del palazzo dell’Ateneo e cominciare a sparare all’impazzata a chiunque passasse o gli capitasse nel mirino. Come se fosse un videogioco, come se la vita degli altri non avesse alcun valore. Carta straccia. Ne ha uccisi 14 di coetanei, più il padre, ferendone altri 25. Una strage in piena regola, quelle che spesso, l’ultima un mese fa circa, siamo abituati purtroppo a vedere in America, negli States. Il 23 dicembre, sarà una giornata di lutto a livello nazionale nella Repubblica Ceca, con una città, Praga, una delle più belle e più visitate d’Europa, che è ancora sotto shock per la strage all’università.
Secondo i giornali cechi, Kozak era stato ispirato da una sparatoria fatta da una ragazza di 14 anni in Russia un paio di settimane fa. Non solo. La polizia assicura che il killer dell’Università, prima di arrivare all’Ateneo, abbia ucciso anche suo padre, un uomo di 55 anni, trovato senza vita nella sua casa all’alba, ma nessuno ha fatto collegamenti o altro. La polizia ceca sta indagando anche sulla possibilità, atroce, che il killer sia anche responsabile di un altro duplice assassinio avvenuto nei giorni scorsi nella foresta di Klanovice e che nessuno aveva lasciato tracce di alcun genere.
Alla fine sono 14 le persone uccise da David Kozak che ne ha ferite altre 25, e di queste dieci sono in gravissime condizioni, con i medici, su almeno tre di queste, le stanno tentando tutte anche perché sono persone che hanno perso molto sangue e hanno ferite mortali. David Kozak era uno studente che non aveva precedenti penali, era descritto da tutti come “nerd” introverso ma molto affascinato dalle armi. Sembra essere il classico profilo di un pazzo. Inizialmente la polizia aveva dichiarato che il killer era stato neutralizzato, ma in realtà si è ammazzato da solo, dopo che aveva subito ferite gravissime dai cecchini che l’avevano individuato sul tetto dell’Università Carolina di Praga.
Quello che spiazza e sorprende è che tutto era stato premeditato e non su un diario o meglio, non solo, ma anche e soprattutto su Telegram. “Voglio sparare a scuola e magari suicidarmi“, aveva scritto più volte, con l’aggiunta di tanti altri messaggi inquietanti. Il ministro dell’Interno ceco, Vit Rakusan, ha assicurato che non c’è nessuna indicazione che l’accaduto, avvenuto nell’edificio della facoltà di lettere dell’università, abbia “alcun collegamento con il terrorismo internazionale“. Per domani il premier Petr Fiala ha invitato tutti a un minuto di silenzio a mezzogiorno quando suoneranno le campane; anche le bandiere degli edifici governativi sventoleranno a mezz’asta per tutta la giornata di sabato.