Il presidente degli industriale del Veneto chiede un cambio al comando: “Basta coi professionisti della rappresentanza”
Un cambio nel posto di comando. In una delle sedi più importanti e strategiche a livello economico, ma anche politico. In primavera ci sarà il nuovo presidente di Confindustria e i nomi che girano da tempo sono quelli degli attuali vicepresidenti: Giovanni Brugnoli, Alberto Marenghi, Emanuele Orsini. Tra questi, si dice, che abbia velleità pure il presidente di Federacciai Antonio Gozzi, il past president Antonio D’Amato e anche il presidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro. Che però ci va cauto e al CorSera spiega: “Candidato a presidente Confindustria? Io una poltrona ce l’ho già, al vertice della mia impresa. Quest’anno arriveremo quasi ai 900 milioni di fatturato. È un lavoro entusiasmante e sfidante allo stesso tempo. E poi io sono uomo di fabbrica, ruvido, distante dai salotti romani. Detto questo, stiamo prendendo il problema dal lato sbagliato».
E siccome non sembra voglia nemmeno provarci, a Carraro viene chiesto da settimane, quale potrebbe essere l’identikit di un potenziale presidente che possa definirsi giusto o quanto meno ideale per quel tipo di posto: “Si moltiplicano le indiscrezioni sui potenziali candidati ma pochi, anche nel sistema, si confrontano sulla Confindustria di cui il Paese ha bisogno“. Secondo Carraro è la strategia che dovrebbe essere rivista in qualche modo: “Serve un presidente all’altezza dei tempi, indipendentemente dal fatto che venga dal Veneto o dalla Basilicata. Certo, il Veneto incide sul 10% del Pil del Paese, i suoi industriali l’idea dei bisogni ce l’hanno. Per questo le preoccupazioni non mancano“.
Da come parla Enrico Carraro, presidente da anni di Confindustria Veneto sembra quasi che qualcosa non lo convince, come se fosse preoccupato di qualche scenario che non vede di buon occhio. E in effetti qualcosa al CorSera dice, soprattutto sui nomi che si stanno facendo da più parti e da mesi: “I potenziali candidati di cui si parla con più insistenza fanno già parte del Consiglio di presidenza di Viale dell’Astronomia, parliamo di imprenditori di taglia piccola o medio-piccola. Sia chiaro: nulla da ridire sulle persone. Ci sono imprenditori straordinari con realtà sotto i 5 milioni di fatturato. Ma in questo momento Confindustria ha bisogno di un presidente che arrivi da una realtà medio-grande, multilocalizzata e con presenza sui mercati esteri, qualcuno con il polso delle esigenze di un’industria proiettata sui mercati e che abbia a che fare con relazioni industriali complesse. E poi non si può pensare che a far cambiare passo all’organizzazione sia chi ha gestito le cose finora”