Rush finale per l’approvazione della manovra. La seconda legge di Bilancio del governo Meloni. Dopo l’approvazione in Senato, pomeriggio decisivo venerdì 29 dicembre in aula alla Camera
Tra due giorni a partire dalle 9.30 inizierà la discussione generale della manovra alla Camera. Il primo sì era arrivato in Senato con 109 voti favorevoli, 72 no e 2 astenuti. Misure per 28 miliardi con i tre capisaldi da subito dichiarati dal governo del taglio del cuneo, avvio della riforma dell’Irpef e sostegno delle famiglie.
“Viviamo in tempi complicati – aveva commenta a caldo il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti – quindi abbiamo deciso di aiutare le famiglie italiane più bisognose. C’è ancora la Camera la prossima settimana – aveva ancora osservato – e poi avremo la nostra legge di bilancio come l’ha voluta e concepita il governo”. Dopo giovedì 28 infatti, l’esame continua venerdì 29 dicembre: alle ore 17 le dichiarazioni di voto finale, con ripresa televisiva diretta, dei rappresentanti dei Gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto, entro le 19 la votazione finale.
Manovra, dal Senato arriva alla Camera. Giovedì e venerdì rush finale
Gli emendamenti presentati dai parlamentari della Camera sono circa mille in commissione Bilancio. Dal Partito democratico sono arrivate 350 richieste di modifica, dal Movimento 5 stelle 325, da Alleanza verdi e sinistra 250 e 70 da Azione. Altri emendamenti sono stati depositati da Italia viva e dal Misto. La commissione si riunirà nuovamente il prossimo mercoledì, 27 dicembre. Sempre nello stesso giorno si svolgerà poi l’audizione dello ministro dell’Economia Giorgetti, che si è detto disponibile a intervenire solo sulla legge di Bilancio e non anche sulla bocciatura del Mes e sul nuovo patto di stabilità come chiesto dalle opposizioni la scorsa settimana, quando con un’accelerazione improvvisa ma calcolata nei numeri, la stessa aula della Camera ha detto no al nuovo Mes.
Ricordiamo che la data segnata inizialmente sul calendario per l’approvazione finale della manovra di Bilancio era il 14 dicembre. Ma il primo ok arriva, come da tradizione, a ridosso di Natale. E anche quest’anno le cose sono andate esattamente allo stesso modo, più o meno, guardando soprattutto i tempi. A Palazzo Madama la seduta prima del rompete le righe in vista delle festività di Natale e Santo Stefano, ha visto andare in scena un duro battibecco tra il leader di Iv, Matteo Renzi e il capogruppo di FI Maurizio Gasparri, con tanto di sfiorata Var. I parlamentari della Camera, fronte opposizione, hanno già metabolizzato invece i mal di pancia dovuti al fatto che l’analisi della manovra è partita dal Senato e che l’esame della Legge di Bilancio arriverà praticamente blindato.
Ciò significa che i deputati si atterranno ad un comportamento di estrema collaborazione? Citando proprio il ministro Giorgetti, all’uscita da Palazzo Madama, “L’aria non lascia presagire nulla di buono”. Ma i parlamentari della Camera hanno in questo caso poteri spuntati e praticamente nessuna sorpresa dovrebbe essere dietro l’angolo. Salvo qualche dimostrazione politica a favore di telecamera o a favore del proprio elettorato.