L’ex deputato dei Cinquestelle che aveva fondato un partito tornerà a fare il giornalista: “Senza soldi non si canta messa”
Ci aveva creduto tanto. Si era speso parecchio per il partito che aveva fondato, ma dopo tante battaglie e tante rinunce, alla fine Gianluigi Paragone ha dato le sue “dimissioni irrevocabili” da segretario di Italexit, il partito che era contro l’Europa e tutto quello che rappresentava dal punto di vista economico. Il giornalista ed ex deputato aveva fondato il partito tre anni fa, tanto che alle del 2022 aveva preso poco meno del 2% dei voti, restando fuori dal Parlamento. Addio quindi alla politica e a tutto quello che ne consegue: “Quando si esce dal Parlamento diventa una scelta. Era una sfida impossibile: un partito nuovo che si reggeva sulle mie spalle. Eppure da soli siamo arrivati al 2%“, dice con tono affranto Paragone a La Stampa.
Dice di non essersi pentito, Paragone di aver scelto questa strada a suo tempo, anzi per lui è stata una vera remissione economica, ma l’ha fatto perché ci credeva tanto e voleva andare avanti con le sue idee, ma niente, non è servito a granché: “Se sono pentito? Rifarei tutto, è stata un’avventura entusiasmante“. E chi l’ha sempre accusato di aver fatto i soldi con questo ingresso in politica, quasi si arrabbia: “Scherza? Basta guardare il mio 740 prima dell’entrata in politica. Guadagnavo più da giornalista”. E probabilmente, quello tornerà a fare anzi lo fa già adesso, scrivendo per Libero e il Tempo.
Una scelta dolorosa, quella di Gianluigi Paragone, per come ne parla, ma anche liberatoria per tutto quello che è successo in quest’ultimo anno e mezzo, da quando ci sono state le elezioni e il suo partito e lui stesso è rimasto fuori dal Parlamento. “Quando ho detto dell’addio? Venerdì sera, in direzione. Online perché non possiamo pagare il viaggio a tutti. Iscritti? Qualche centinaio. Certo, fuori dalle competizioni elettorali l’entusiasmo scende. È un partito fortemente leaderista, come tutti ormai”.
Le parole non sono state molte, anzi poche ed espresse in maniera molto chiara, anche se è stata una sorpresa per tutti a quanto pare: “Il motivo dell’addio? Siamo nati come partito del “dissenso” , sull’onda euroscettica e delle proteste contro il Green pass. Ora quello spazio nel centrodestra non c’è più“. Le reazioni sono state di gran dispiacere, anche perché tanti si sono aggregati a questo partito proprio perché c’era lui, un giornalista affermato e comunque un ex deputato battagliero: “Sono dispiaciuti. Abbiamo fatto una traversata epica, ne siamo orgogliosi, non c’è dissapore. È il tempo della vita che cambia, ora tocca a loro la prova di maturità“. E infine sul motivo del perché proprio adesso lascia tutto e tutti e Paragone è sincero come non mai: “Senza soldi non si cantano messe. E poi alla vigilia della Europee questa maggioranza ha votato contro il Mes, qualcosa di simbolico. Una decisione pesantissima, un atto ostile nei confronti dell’Europa. Devo riconoscere un grande coraggio a FdI e alle Lega“.