Il serbo ha parlato sul canale del compagno Michael Porter Jr. e ha espresso i suoi desideri. Il suo carattere è lontanissimo da quello della superstar del basket americano
L’intervista sul canale di Michael Porter Jr., suo compagno di squadra. Quale migliore occasione per ribadire la sua filosofia di vita? Sempre più lontana da tutto ciò che invece rappresenta nell’immaginario collettivo una superstar della NBA. Nikola Jokic è amato anche per questo, per il suo modo di essere protagonista cercando di non esserlo affatto.
Ha parlato del trionfo alle Finals, dove ha trascinato i Denver Nuggets al primo anello della loro storia: “Quando abbiamo vinto un campionato ho provato più sollievo, che gioia. Non so se questo ha senso”, ha spiegato il serbo, premiato due volte come Mvp. “Influiamo su così tante persone semplicemente giocando a pallacanestro… Penso che sia per questo che siamo su questo pianeta, per rendere felici gli altri”. Il suo desiderio però è distante anni luce dalla notorietà con cui ormai deve convivere: “La fama? Credo che a molte persone piaccia, a me invece no. Vorrei che non mi riconoscesse più nessuno una volta terminata la mia carriera. Vorrei essere ricordato come un padre, non come un giocatore di basket”.
Insomma, l’augurio di Jokic è di sparire dai radar. Non sono in molti quelli ad averlo voluto e a esserci riusciti una volta chiusa l’esperienza nel mondo del basket. Però il carattere del serbo non sorprende più, è forse l’unico giocatore NBA di alto livello a non aver ancora aperto un canale social ufficiale. Vive e gioca a basket, il suo mondo è sul parquet e nel resto della quotidianità extra-campo. Non esistono Instagram, Facebook o X: “Il mio obiettivo nella vita sarà andare a bere con i miei amici”, ha aggiunto confidandosi con l’amico-compagni. “Poi giocare con i miei figli o cavalcare i miei cavalli senza essere riconosciuto. È triste quando vai al ristorante e le persone tirano fuori il telefono e iniziano a farti le foto… è una cosa da maleducati”.
Jokic aveva sbalordito anche per l’atteggiamento post-titolo conquistato. Lo scorso giugno, dopo l’anello vinto, ha preferito tornare in Serbia per festeggiare con i suoi cavalli di razza e bere litri di birra. Dall’altra parte del mondo rispetto al luogo in cui era celebrato e osannato per la sua annata mostruosa.