“La palla spetta alla Corte dei Conti. Dal mio punto di vista, per un caso del genere non credo che possa esserci la sospensione per un mese. L’unica sanzione possibile è l’espulsione”.
Claudio Borghi, capogruppo della Lega in Commissione bilancio al Senato, è stato uno dei primi a rispondere al post del magistrato della Corte dei Conti Marcello Degni.
“Occasione persa. C’erano le condizioni per l’ostruzionismo e l’esercizio provvisorio. Potevamo farli sbavare di rabbia sulla cosiddetta Manovra blindata e gli abbiamo invece fatto citare Marinetti”, ha scritto su X dopo l’approvazione della Camera della Legge di bilancio 2024.
La Corte dei Conti ha preso le distanze dalle parole di Degni ed ha annunciato che potrebbero essere presi dei provvedimenti dopo la prossima riunione del Consiglio di presidenza. “Dal mio punto di vista non può essere sospeso un mese per poi tornare a fare ciò che faceva prima. Questo caso in pratica somiglia a quello di Palamara. L’unica sanzione che mi verrebbe in mente è l’espulsione dalla Corte dei Conti”, commenta Borghi, che in passato ha anche presieduto la Commissione bilancio alla Camera.
In un’intervista al quotidiano La Stampa pubblicata questa mattina, mercoledì 3 gennaio, Degni ha spiegato che riscriverebbe quel post e che il suo pensiero non riguardava “il contenuto” della Manovra, ma il “metodo”. Perché “non da oggi, ma da quasi vent’anni, tutti i governi non rispettano quella che dovrebbe essere una discussione articolo per articolo, pacata, con i 183 programmi di cui è strutturata. In questo modo si svilisce il ruolo del Parlamento”.
Borghi non ci sta e risponde: “È evidente che si tratta di una scusa patetica. Un conto è dire che il Parlamento deve avere più poteri, e su questo sono abbastanza d’accordo, l’ho detto più volte. Anche nelle mie dichiarazioni di voto ho detto che l’esperimento di non far presentare emendamenti alla maggioranza non è stato utile e può anche dirsi concluso. Ma non c’entra niente e ne parlo perché ha citato anche il presidente della Commissione bilancio, di cui io sono anche stato presidente. E sono stato l’ultimo nel 2018 a varare una Legge di bilancio facendo le regolari tre letture. Quindi non sono sospettabile e conosco la materia. La dimostrazione estrema e violenta del ruolo di partigianeria politica con quello del Parlamento non c’entra nulla e credo che sia palese. Ne ho visti tanti, ma incontinente come costui, nessuno”.
Come il resto del centrodestra, anche Borghi fa riferimento all’imparzialità dei giudici: “Mi sembra una presa in giro eccessiva. Un giudice, seppur di nomina politica, dovrebbe avere una certa attitudine a ricoprire determinati ruoli. Con questa esternazione Degni ha invalidato il suo. Io sono convinto che anche altri giudici abbiano idee politiche anche evidenti, ma il fatto di non riuscire a contenersi come Degni, indica che l’odio politico che ha dentro è grande. Se si va a cercare nei suoi post su X sembra di veder parlare un brigatista”.
Borghi accusa Degni di provare un odio politico nei confronti del governo Meloni, “così travolgente rispetto al resto che invaliderebbe qualsiasi decisione. Non si può nemmeno nascondere dietro al paravento di certi giudici ordinari, che possono anche essere parziali, ma nel loro mestiere lo sono. Un giudice ordinario non deve giudicare questioni che hanno a che fare con la politica. Il suo ruolo invece sì: la Corte dei Conti giudica l’operato delle amministrazioni pubbliche, quindi per definizione non dovrebbe essere di parte”.