“Mi sento di rassicurare il magistrato Degni: non sono triste e non ritengo di doverlo essere”.
Non si è fatta attendere la risposta del presidente della Commissione bilancio al Senato Nicola Calandrini (Fratelli d’Italia), dopo che è stato interpellato da Marcello Degni, consigliere della Corte dei Conti, in un’intervista a La Stampa.
Il magistrato esperto di finanza pubblica ha dichiarato: “Se fossi il presidente della Commissione bilancio sarei una persona triste: il suo ruolo dovrebbe essere quello di garantire una discussione sulla Legge di bilancio, invece si riduce as aspettare delle misure già decise”.
L’antefatto
Ma cosa è successo? Andiamo con ordine. Dopo l’approvazione della Manovra economica, Degni su X ha scritto un post in cui era taggata la segretaria del Pd Elly Schlein: “Occasione persa – si leggeva – C’erano le condizioni per l’ostruzionismo e l’esercizio provvisorio. Potevamo farli sbavare di rabbia sulla cosiddetta Manovra blindata e gli abbiamo fatto recitare Marinetti”.
L’intervista di Degni a La Stampa
Il post ha subito scatenato la polemica del centrodestra, che ha chiesto le sue dimissioni per aver tradito l’imparzialità che dovrebbe contraddistinguere un magistrato. Nell’intervista al quotidiano La Stampa, Degni ha spiegato che il suo pensiero riguardava più ampiamente il ruolo del Parlamento nella Legge di bilancio: “La mia era una critica riferita al metodo, non al contenuto della Manovra – riporta La Stampa – E non era una critica nei confronti soltanto di questo governo. Non da oggi, ma da quasi vent’anni, tutti i governi non rispettano quella che dovrebbe essere una discussione articolo per articolo, pacata, con i 183 programmi di cui è strutturata. In questo modo si svilisce il ruolo del Parlamento”.
La replica di Calandrini: “Sono orgoglioso della Manovra”
A questo pensiero, Calandrini ha risposto per le rime: “Sono orgoglioso, come detto anche in dichiarazione di voto al Senato, della Legge di bilancio approvata. Si tratta di una Manovra concreta, coraggiosa, che trova risorse per chi ha più bisogno”.
“Mi sentirei molto più triste se non fossi riuscito a fare politica”
Al contrario, aggiunge il presidente della Commissione bilancio, “mi sentirei molto più triste se non fossi riuscito a fare politica e mi ritrovassi a rivestire un ruolo in cui sono richiesti imparzialità ed equilibrio senza riuscirci, cosa che mi pare stia accadendo al giudice Degni”.
Calandrini rivendica di aver rispettato la dialettica democratica: “A dirlo sono i fatti, non io: 5 giorni di audizioni, 63 soggetti ascoltati, 27 sedute portate a termine, con uffici e senatori impegnati senza sosta anche di notte e nei weekend. Un confronto costante che ha portato a diverse migliorie nella Manovra, insomma un lavoro importante e dai risultati egregi”.
“Degni confonde il suo ruolo con quello del capo dell’opposizione politica”
Come tutto il centrodestra, anche il senatore di Fratelli d’Italia ritiene che Degni avrebbe dovuto essere imparziale: “Mi pare che il giudice Degni stia confondendo il suo ruolo con quello di capo dell’opposizione politica. Peccato che in questo modo non stia rispettando l’istituzione che rappresenta, anzi le stia togliendo dignità. Un fatto che dovrebbe avere come unica conseguenza le sue dimissioni, in mancanza delle quali auspico fortemente un intervento dei suoi diretti superiori”.