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Cronaca

Commesse Anas, Tommaso Verdini non risponde al gip

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Luigia Luciani

Tommaso Verdini si è avvalso della facoltà di non rispondere al gip di Roma nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia nell’indagine sulle commesse in Anas

Tommaso Verdini non  è andato  a piazzale Clodio e ha trasmesso  al giudice una dichiarazione in cui ha manifestato la volontà di avvalersi della facoltà di non rispondere.

Commesse Anas, Tommaso Verdini si avvale della facoltà di non rispondere, foto Ansa

Ricordiamo che Verdini jr è accusato, assieme ad altre persone, di corruzione e turbativa d’asta. Nello stesso  procedimento è iscritto ance il padre di Denis. La decisione di non rispondere al gip è stata assunta  pure dal socio di Tommaso Verdini, socio  nella società di lobbying Inver, Fabio Pileri.  Uscendo dal tribunale  il suo legale , l’avvocato Alessandro De Federicis, ha spiegato i motivi della decisione. Come riporta anche  l’agenzia di stampa Ansa: “Questa indagine è durata due anni, il giudice ha impiegato 5 mesi per scrivere l’ordinanza: la scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere era obbligata. Abbiamo visto molte cose sulle quali avremmo da dire, ma in questa fase dobbiamo prima verificare l’entità dell’accusa”. 

Commesse Anas, Tommaso Verdini non risponde al gip

Tommaso e Denis Verdini (Ansa Foto) Notizie.com

De Federicis ha anche aggiunto: “In questa inchiesta ci siamo dimenticati tutti della presunzione di innocenza e che i processi in Italia non si riescono più a fare a piede libero. Dopo due anni di indagini avevamo dato la disponibilità, al deposito degli atti, a chiarire perché noi sappiamo di questa indagine da tempo, perché c’era stata una perquisizione nel luglio 2022. Tutto ciò non è avvenuto e oggi ci troviamo con le misure cautelari che privano la libertà a persone che potrebbero essere innocenti.  I fatti si chiariranno tra molti mesi nel processo e in questo tempo dovranno subire una privazione della libertà sovradimensionata a nostro avviso. Valutiamo il ricorso al Riesame”. Ha poi concluso il penalista.

Lasciando da parte i fatti strettamente legati alla cronaca giudiziaria, e andando invece al tema politico, l’inchiesta delle commesse Anas,  è uno degli aspetti di questi giorni a cavallo tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, che imbarazzano il governo Meloni. Al di là delle dichiarazioni di facciata. Perchè domani, quando il presidente del Consiglio incontrerà i giornalisti per la conferenza stampa pluri rimandata causa otoliti, arriverà di certo una presa di posizione del premier. In un senso o nell’altro. Come si immagina accadrà anche per il caso Pozzolo. Tommaso Verdini, figlio di Denis è il fratello della attuale compagna del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che ad ora “non ha inserito in agenda alcun intervento in Aula per un’informativa”, hanno fatto sapere qualche giorno fa fonti vicine al leader della Lega.

Andando alle posizioni garantiste dei partiti che compongono la coalizione di governo. Il vicepremier e segretario di Forza Italia Antonio Tajani, sulla possibilità che Salvini dovesse riferire in aula si era espresso in “favore” del collega di governo nella serata che ha sancito il passaggio anche alla camera della legge di Bilancio. Mentre due giorni fa nel consueto bollettino inviato ai propri parlamentari, Fratelli d’Italia si augurava che “la magistratura faccia il proprio lavoro”. 

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Luigia Luciani