La scienziata parla al quotidiano Il Foglio del suo libro che è contro l’ecoansia e soprattutto contro il catastrofismo ambientale
Di lei parlano tutti ormai da anni. Viene vista come una specie di visionaria e non è soprattutto ben vista dai climatologi e da tanti scienziati che prefigurano catastrofi ambientali a breve. E’ una cultrice del saper vivere e adattarsi, ma allo stesso tempo Hannah Ritchie è anche una scienziata di fama mondiale, nel senso che alcune sue cose e aluni suoi studi sono stati verificati e controfirmati anche da studiosi che non erano molto d’accordo con quello che sostiene. Nel senso che tante cose sull’ambiente alla fine si sono verificate come lei aveva detto qualche anno fa. Bill Gates, fondatore di Microsoft e uno degli uomini più influenti della storia moderna, di lei ne parla in modo entusiasta, tanto da da affermare che il “libro più importante, più sorprendente e più interessante da tenere d’occhio nel nuovo anno, nel 2024, è quello che ha scritto Hannah Ritchie, famosa ricercatrice all’Università di Oxford, responsabile della ricerca presso il sito “Our World in Data”. E’ un libro da sballo, pragmatico, ottimista, che ha un titolo che andrebbe urgentemente raccomandato ai professionisti dell’ecoansia: “Not the End of the World”.
Questo famoso libro uscirà negli Stati Uniti il 9 gennaio, arriverà nel Regno Unito l’11 e “proverà a compiere un atto rivoluzionario in un mondo che quando discute di cambiamento climatico è spesso dominato solo dall’isteria”. Le parole sono tutte del filantropo Bill Gates che lo ha presentato sul suo blog, talmente ne è rimasto affascinato tanto da definirlo in maniera incredibile, alla faccia di chi si dispera che il mondo da qui a breve sparirà o si sta facendo in modo tale che sparisca con tutte le sue bellezze: “E’ un antidoto essenziale contro l’apocalisse ambientalista”. Il quotidiano Il Foglio ha cercato la scienziata e con lei ha parlato a lungo di tutto quello che sta succedendo e che potrebbe succedere, anche perché nel suo libro che tradotto in italiano è “Non è la fine del mondo”, spiega tutto o quasi.
Hannah Ritchie spiega il suo pensiero in modo semplice e diversificato, usando un linguaggio chiaro, senza paroloni: “Mi sono concentrata prevalentemente sul cambiamento di alcuni parametri ambientali: emissioni di carbonio, uso di combustibili fossili, deforestazione, inquinamento da plastica, perdita di biodiversità. La maggior parte di queste tendenze sta andando rapidamente nella direzione sbagliata: le cose in effetti stanno peggiorando. Ma la parte che mi è sfuggita in passato – e che penso non sia scontata – è il modo in cui il progresso umano si è evoluto negli ultimi secoli. E dunque non c’è dubbio: è senza dubbio il momento migliore per essere vivi”.
Sentirla parlare e spiegare le sue tesi è affascinante, spiega il quotidiano, tanto che dà ampio spazio e le sue parole stanno già creando parecchia polemica. Praticamente ogni volta che si esprime sul clima la Ritchie, in tanti la contestano e non sono d’accordo, ma lei, la scienziata, va avanti per la sua strada senza alcun timore: “In passato, circa la metà dei bambini moriva prima di raggiungere la pubertà. Oggi questo dato drammatico è inferiore al 4 per cento. La maggior parte delle persone viveva in condizioni di estrema povertà – vivendo con meno di pochi dollari al giorno – oggi questo capita in meno di 1 caso su 10. Le madri hanno molte meno probabilità di morire di parto, viviamo più a lungo, abbiamo l’opportunità di andare a scuola, siamo protette dalle malattie mortali e siamo ben nutrite. Anche i decessi dovuti a disastri naturali sono diminuiti nell’ultimo secolo. La maggior parte dei parametri del progresso umano sta andando nella giusta direzione. Il mondo è ancora terribilmente disuguale, sì, e abbiamo molto altro da migliorare. Ma le cose stanno migliorando per la maggior parte delle persone nel mondo”