In merito alle prossime elezioni regionali che si verificheranno in Sardegna sono arrivate le considerazioni da parte di uno dei candidati, Renato Soru: quest’ultimo ne ha parlato al ‘Quotidiano Nazionale’
Manca davvero poco alle prossime elezioni regionali che si verificheranno in Sardegna. Su questo (e molto altro ancora) ha preso la parola uno dei candidati e favoriti alla vittoria come Renato Soru. Quest’ultimo ha rivelato delle importanti indiscrezioni ai microfoni del ‘Quotidiano Nazionale‘ dove ha voluto fare il punto della situazione. Nel corso della stessa ha voluto avvisare ed, allo stesso tempo, “denigrare” una sua rivale, Alessandra Todde.
Tanto è vero che ha definito la candidatura di quest’ultima come “perdente“. Non sono mancati gli elogi nei suoi confronti. Queste sono alcune delle sue parole: “La mia è un’esperienza che somiglia a una specie di ulivastro sardo. I dirigenti locali del Partito Democratico si sono velocemente adattati, alcuni pensano anche di poterne trarre dei benefici personali. Basti pensare che in quel di Oristano il Pd si è del tutto volatilizzato. Proprio come sta accadendo in altri centri dell’isola. Sono sempre del parere che sia stato fatto un errore clamoroso“.
Nella giornata di ieri il candidato ha preso parte ad un dibattito intitolato “Dispersione scolastica e politiche attive del lavoro“. Sull‘istruzione ha espresso il suo giudizio: “Credo che sia la massima forma di giustizia sociale e la più importante infrastruttura su cui la Sardegna deve investire per assicurarsi un futuro, anche grazie a un piano straordinario per la scuola“.
Una intervista che ha continuato dicendo: “Negli anni ’60 e ’70 pensavamo che la petrolchimica e la grande industria avrebbero permesso alla Sardegna di uscire dal sottosviluppo. Oggi invece la nostra intelligenza deve diventare la nostra grande industria intangibile. Nasce nelle nostre case e nelle nostre famiglie. Bisogna avere la pazienza di accudirla e alimentarla per costruire un futuro migliore“.
Sempre in riferimento alla scuola ha ribadito: “Si tratta della prima infrastruttura che dobbiamo fare. Ci vuole una nuova legge regionale sulla scuola e un piano straordinario per l’istruzione. E’ importante che i bambini della prima elementare non si perdano e che li possiamo accompagnare fino al giorno della laurea“.
In conclusione si è soffermato sempre sull’istruzione che considera come una: “Massima forma di giustizia sociale, un patrimonio da garantire a tutti. In particolar modo a chi vive condizioni più difficili. Bisogna saper aiutare le famiglie, i genitori e fare in modo che anche i ragazzini usciti dalla scuola possano fiorire. Andare a contrastare la dispersione scolastica è la prima e fondamentale politica attiva per il lavoro“.