Il leader della Lega non fa che pensare alle elezioni europee e vedi quasi nemici dappertutto, chiama tutti a raccolta
Occhi spiritati, sorriso a mezza bocca e un chiodo fisso: le elezioni europee. E la paura di non farcela. Di andare sotto le aspettative e di essere messo totalmente in discussione come politico e soprattutto come leader di partito. Matteo Salvini da qualche tempo non è più lo stesso che, appena vedeva i cronisti, con fare saccente e abbozzando un sorriso di maniera, diceva spesso quel “ragazzi non posso buon lavoro” e ripeteva questa filastrocca per diversi metri fino a quando non entrava o in Parlamento o nel posto dove doveva andare.
Ultimamente è preso più che dal suo lavoro di Ministro delle Infrastrutture, e di cose da fare in Italia sicuramente non mancano, sinceramente e serenamente da quello che dovrà succedere a giugno, il nove per la precisione quando ci saranno le elezioni europee e il banco di prova è pesantissimo. Per lui, per la Lega e anche per il Governo, certo, ma per Matteo Salvini equivale a un crocevia fondamentale. Devastante, se ci pensa in questo momento. Già perché il buon Matteo non fa che parlare con i suoi e chiedere adesioni e certezze perché non vuole proprio sbagliare nulla, anche perché sono anni che succede. E un altro tonfo, probabilmente, non verrebbe perdonato dalla sua gente.
Si gioca tutto a breve. Matteo Salvini, pur di non perdere posto e blasone è pronto anche a presentarsi capolista, ma solo se lo stesso farà il Premier Meloni. E quest’ultima ha detto che ci sta pensando, ma, al contrario di Matteo, ha candidamente ammesso che per lei è più importante occuparsi dell’Italia e se questo le impedirà di farlo come vuole, potrebbe essere un problema per lei candidarsi.
Nel frattempo, il leader della Lega chiama a raccolta i suoi fedelissimi e li vuole mettere davanti al fatto compiuto. Salvini ha chiesto ai suoi uomini di maggior esperienza di candidarsi e sono i soliti Attilio Fontana, Luca Zaia e Massimiliano Fedriga. Sono coloro che hanno un certo peso e un nome importante all’interno della Lega, Giorgetti a parte. E da parte sua è anche una specie di test, oltre che avere più certezze di poter oltrepassare quel famoso 9%. Per Salvini un’ossessione. L’unica vera paura da qui a giugno è che possa montare e prendere una brutta piega la faccenda relativa al caso Verdini. Ecco quella è una cosa che gli sta mettendo ansia e non lo fa quasi (si fa per dire) dormire sonni tranquilli.