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Sport

E’ morto Franz Beckenbauer, il Kaiser era una leggenda

Published by
Daniele Magliocchetti

Aveva 78 anni ed era malato da tempo. Ha vinto due mondiali, uno da calciatore e uno da allenatore

E’ morto Franz Beckenbauer una leggenda del calcio mondiale e della Germania. Ha vinto da giocatore e capitano della Germania nel 1974 e da allenatore della nazionale tedesca nel 1990 la Coppa del mondo di calcio. Da giocatore, oltre a vincere tutto col Bayern Monaco, ha conquistato da protagonista anche un campionato Europeo con la Germania nel 1972. Il Kaiser, che significa imperatore, così come era soprannominato da sempre, è morto ieri, 7 gennaio, all’età di 78 anni. La notizia è stata annunciata ufficialmente dalla famiglia, come riporta l’emittente tedesca Ard

Franz Beckenbauer leggenda del calcio tedesca e mondiale (Ansa Notizie.com)

È cresciuto nel Bayern Monaco, col quale è cresciuto calcisticamente e professionalmente. Era la squadra del suo cuore, dove ha giocato dal 1964 fino al 1977, conquistando quattro Coppe di Germania, quattro campionati, una Coppa delle Coppe, tre Coppe dei Campioni e una Coppa Intercontinentale. Nel 1977 si trasferisce in America a giocare con i N.Y. Cosmos, con i quali in quattro stagioni si aggiudica tre campionati nordamericani. Ritorna in Germania nel 1980 e gioca nell’Amburgo per due anni milita nell’Amburgo, dove vince un altro campionato prima di chiudere la carriera ancora con i N.Y. Cosmos.

Fantastico giocatore, eccellente allenatore e super dirigente

Il mito Franz Beckenbauer quando era il capitano della Germania (X-Notizie.com)

L’uomo-ovunque veniva chiamato. In campo era dappertutto, difensore centrale, centrocampista, mezzapunta e in diverse gare della nazionale e del Bayern Monaco, all’occorrenza, faceva anche la punta aggiunta. Un giocatore eccezionale, con una classe sopraffina, tecnicamente evoluto e con una “gamba”, come si direbbe oggi, fuori dal comune: tecnica e potenza. All’epoca tra la metà degli anni sessanta e tutti i settanta fino all’inizio degli anni ottanta, anche se era a fine carriera, non poteva far altro che fare la differenza a tutti i livelli.

Giocatore fantastico, ma anche uomo dotato di un’intelligenza superiore, soprattutto calcistica e manageriale. Non voleva fare l’allenatore, ma l’insistenza della Federcalcio tedesca alla fine ebbe la meglio e alla fine degli anno ottanta e all’inizio dei novanta guidò la Germania fino al titolo mondiale del 1990 in Italia, con una finale con l’Argentina di Maradona vinta per 1-0 su rigore calciato da Brehme.

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Daniele Magliocchetti