Cultura, guai per il critico dâarte Vittorio Sgarbi: lâattuale sottosegretario alla Cultura è finito nella lista delle persone indagateÂ
Le accuse nei confronti di Vittorio Sgarbi sono molto gravi. Lâattuale sottosegretario alla Cultura, del governo targato Giorgia Meloni, è finito nella lista degli indagati. Per il critico dâarte si parla di furto dei beni culturali per quanto riguarda il dipinto di Manenti Fascicolo in quel di Macerata. A riportare la notizia ci ha pensato direttamente âIl Fatto Quotidianoâ. A quanto pare ci sarebbe un fascicolo con tanto di iscrizione ed anche una prima ipotesi di reato sul caso del dipinto che è stato attribuito a Rutilio Manenti.
Questâultimo trafugato dal Castello di Buriasco nel 2013. Dopo otto anni dallâultima volta (a Lucca) è riapparso come âineditoâ di proprietĂ da parte dello stesso critico dâarte. Di questa vicenda se ne sono occupati, oltre al noto giornale citato in precedenza, anche il programma della Rai âReportâ, condotto dal giornalista Sigfrido Ranucci. Questo fascicolo sarebbe stato aperto direttamente dalla procura di Imperia, con tanto di derivazione di unâaltra inchiesta per esportazione illecita di opere dâarte (le stesse relative al Valentin de Boulogne).
Non è finita qui visto che, sempre secondo âIl Fatto Quotidianoâ, pare che il fascicolo sia stato trasmesso anche alla Procura di Macerata per competenza. Motivo? In quella occasione lo stesso Sgarbi aveva dichiarato il domicilio a San Severino Marche. Proprio quella cittĂ in cui venne eletto sindaco piĂš di 30 anni fa (per la precisione 1992).
Tra lâaltro la cittĂ in cui lâattuale sottosegretario alla Cultura si designò per quanto riguarda gli interrogatori. A questo punto, però, non è assolutamente da escludere il fatto che possa essere trasferito da una Procura ad unâaltra e che, allo stesso tempo, possa anche cambiare lâipotesi di reato. Nel frattempo procede anche il lavoro da parte dei carabinieri.
I militari dellâarma hanno interrogato il restauratore che ha fornito la propria versione dei fatti ed anche i titolari dellâimpresa di Correggio (Reggio Emilia) che avrebbero effettuato una copia di questa opera. In merito a questa vicenda non sono ancora arrivate dichiarazioni da parte dello stesso Vittorio Sgarbi.