Gian Luigi Gatta, dicente di Diritto penale, in un’intervista a ‘La Repubblica’ si sofferma sulla decisione del governo di eliminare il reato di abuso d’ufficio.
Il governo punta a cancellare il reato di abuso d’ufficio. Una decisione non condivisa da Gian Luigi Gatta. Il docente di Diritto penale in un’intervista a La Repubblica sottolinea che “come cittadino mi fa una certa impressione pensare che vivremo in un Paese in cui abusare del potere e delle funzioni pubbliche non sarà più un reato“.
L’esperto sottolinea come “omettere e ritardare un atto d’ufficio reterà un reato nel codice penale mentre abusare no. Più che una irragionevolezza, è una bizzarria“.
Gian Luigi Gatta si sofferma anche sugli effetti che potrebbe provocare la cancellazione del reato d’abuso d’ufficio: “I dati ci dicono che le condanne definitive iscritte nel casello giudiziale sono oltre tremila e dovranno essere revocate. Inoltre, le pene in esecuzione cesserebbero, con possibili scarcerazioni. E ai cittadini che hanno subìto questi abusi come lo si spiega?“.
Per il docente di Diritto penale questa riforma non può essere bloccata “dal voto contrario del Parlamento o di pochi Stati membri. Si va al voto e mi aspetto che nei programmi dei partiti ci sia un posizione per ridiscutere la direttiva Ue sull’abuso d’ufficio e traffico di influenze nel Codice. Nel frattempo speriamo che non si cancelli il reato“.
Il professor Gatta si sofferma anche sul ruolo che può avere Mattarella su questa riforma: “Se la direttiva Ue fosse stata approvata allora c’erano i presupposto di un suo intervento. Naturalmente ci sono anche altri profili di possibile illegittimità costituzionale come la disparità di trattamento tra chi omette o ritarda un atto d’ufficio e chi abusa dell’ufficio con solerzia“.