Massimo Luciani, giurista e costituzionalista, in un’intervista a ‘La Stampa’ si sofferma sul saluto romano e sulla rilevanza penale.
Acca Larentia continua a far discutere e sul saluto romano molto presto la Cassazione si pronuncerà sulla sua rilevanza penale. “Su questo c’è un’incertezza giurisprudenziale – ammette il giurista Massimo Luciani – un indirizzo ritiene che si tratti solo di una manifestazione apologetica del fascismo, un altro una manifestazione di odio razziale“.
“Non si tratta di una questione irrilevante – aggiunge il costituzionalista – perché nel primo caso la punibilità richiede il legame con un pericolo concreto, nel secondo questo requisito non è richiesto. La questione sarà risolta a breve, ma la Costituzione è antifascista. Mi permetto di ricordare che già prima che riunisse De Gasperi, l’antifascismo era una pregiudiziale ricostruttiva“.
Il rifiuto del fascismo è diverso rispetto a 76 anni e quindi potrebbe essere cambiata la legge celta. “La questione è evidente e politica – spiega il giurista – fa riflettere che a cent’anni dalla marcia su Roma ci sia ancora chi ha nostalgia un regime che ha gettato l’Italia nell’ignominia di una guerra di aggressione nella quale hanno perso la vita i nostri ragazzi“.
“Il miglior rimedio contro quelle tentazioni è la conoscenza della storia – aggiunge Luciani – ma quella delle testimonianze di chi fu perseguitato dal regime o si è trovato sperduto nelle steppe della Russia o nei deserti della Libia“.
Luciani spinge anche sulla distinzione dei simboli: “E’ indispensabili fare queto quando si parla di destra e fascismo. I simboli di quest’ultimo sono compromessi dalla storia. E se c’è un problema è che esiste una destra che ha ancora quei simboli. Fortunatamente sono in pochi”.