Il Piano Mattei per l’Africa è legge. Dopo l’ok del Senato, anche la Camera ha approvato il decreto con 169 sì.
I contrari voti contrari sono 119, gli astenuti 3. Il provvedimento durerà quattro anni e potrà essere aggiornato prima della scadenza. L’obiettivo dell’Italia è collaborare con l’Africa nel suo sviluppo, ma secondo il Pd è una “scatola vuota”, cioè poco specifico. “Non c’è ancora un piano vero e proprio e per questo siamo contrari”.
“Meloni e altri esponenti del governo parlano del Piano Mattei da quando si sono insediati, come se fosse qualcosa di già chiaro, stabilito e codificato. Ci saremmo aspettati quindi, un atto normativo che contenesse gli intendimenti del governo e non ci sono. Lo ha ammesso anche il viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Edmondo Cirielli, quando in Commissione esteri ci ha detto che il Piano Mattei non c’è”.
Intercettato al telefono da Notizie.com, il deputato Pd Paolo Ciani dichiara di essere d’accordo con una nuova presenza dell’Italia nel partenariato con l’Africa ma che si è agito al contrario: “Prima andava fatto il piano, poi gli strumenti per poterlo applicare”. Tuttavia, aggiunge, “auspichiamo che si vada in una nuova direzione”.
Il Piano Mattei si articolerà secondo ambiti di intervento che vanno dalla cooperazione allo sviluppo, alla promozione delle esportazioni e degli investimenti, fino alla promozione dell’istruzione e la formazione. Conterrà anche progetti per la salute, la sicurezza alimentare, lo sfruttamento sostenibile delle risorse e la digitalizzazione. E affronterà anche il tema della prevenzione e del contrasto dell’immigrazione irregolare. Il Dl approvato però, non convince il Pd perché non è specifico.
“Nei sette articoli del dl che abbiamo approvato non è nominato alcun Paese africano con cui collaboreremo, non sono spiegati, accordi, modalità, su cosa interverremo. Sono articoli che sostanzialmente istituiscono una cabina di regia che si occuperà del Piano Mattei quando si realizzerà”, dichiara Ciani.
La cabina di regia sarà presieduta dalla premier Giorgia Meloni. Ad essa parteciperanno anche le imprese, le Università e il Terzo settore. Servirà ad incontrare i rappresentanti della società civile italiana e africana per trovare terreni comuni per collaborare.
Ciani la ritiene inutile: “Anche gli uffici della Camera avevano espresso perplessità sull’istituzione della cabina di regia. Il rischio è sovrapporre o svuotare le funzioni del Ministero. Si rischia di duplicare gli uffici, tenendo anche conto che la legge italiana sulla cooperazione internazionale è ben fatta. Andrebbe solo sviluppata con le risorse economiche”.
E quanto durerà la cabina di regia? “Non c’è una durata relativa alla struttura. Quindi se il Piano Mattei finirà, potremmo avere una struttura permanente”.
Il provvedimento approvato prevede che sarà adottato con un decreto della presidente del Consiglio, dopo aver ascoltato il parere delle Commissioni parlamentari che dovranno esprimersi in trenta giorni. Al termine di questo periodo, in ogni caso il Piano per lo sviluppo dell’Africa sarà comunque approvato. “Anche questo iter è un po’ strano. Ora ci saranno le audizioni della Commissione esteri: ma la legge è già stata approvata. Questa è la prova che il Piano non è ancora scritto. Speriamo che terranno conto anche di ciò che emergerà dalle audizioni. Alla fine del mese poi, ci sarà un incontro internazionale Italia-Africa e mi auguro che sarà utile per decidere le modalità con cui scrivere questo piano”.
Il deputato Dem auspica che questo sarà un “piano per l’Africa fatto con l’Africa, tenendo conto delle necessità del continente che in questi anni è cambiato molto. Vanno sviluppati alcuni ambiti che prevedono l’aumento dell’occupazione e va tenuto conto il bisogno di sicurezza dei cittadini. Nell’ultimo anno ci sono stati tanti colpi di Stato”.