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Cronaca

Acca Larentia, Alemanno a Notizie.com: “La stessa criminalizzazione di oggi causò quella tragedia”

Published by
Giovanna Sorrentino

Tutta la vicenda di Acca Larentia è stata montata ad arte per creare problemi al governo di destra. Questa celebrazione si è sempre fatta”.

In esclusiva ai microfoni di Notizie.com, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno lancia il pericolo del ritorno alla “demonizzazione e criminalizzazione” degli anni Settanta, quando “l’idea era che tutte le persone che militavano a destra erano fascisti da stroncare. Abbiamo visto ancora oggi riemergere questo tipo di ricostruzione. Ciò va rifiutato, perché ha già prodotto molto sangue sia a destra sia a sinistra. Bisogna prendere lezione da ciò che è accaduto negli anni ’70 e non ripetere più gli stessi errori”. 

Acca Larentia, Alemanno a Notizie.com: “La stessa criminalizzazione di oggi causò quella tragedia”

Per la vicenda del saluto romano durante la celebrazione funebre di Acca Larentia sono state denunciate oltre dieci persone e la Procura di Roma procede per il reato di apologia di fascismo.

La Cassazione, che in passato ha affrontato la questione con sentenze diverse, è chiamata a decidere il 18 gennaio proprio sul saluto romano durante le manifestazioni pubbliche.

Gianni Alemanno, che idea si è fatto sulla vicenda?
Sul versante giudiziario bisogna aspettare la pronuncia della Cassazione a corti riunite il 18 gennaio. In base a questo sapremo se fare un saluto romano durante una manifestazione è un reato o no. A mio avviso, tutta questa vicenda è stata montata ad arte per creare problemi al governo di destra, perché questa celebrazione si è sempre fatta. Si tratta di un evento marginale e a mio avviso va rispettata la pietas che si deve a tutte le commemorazioni funebri. Io non partecipo ai presenti di Acca Larentia, ma rispetto chi lo fa senza esprimere giudizi. Oltre a questo, noto la volontà di demonizzazione e criminalizzazione di una vicenda: questa è la stessa causa che ha armato la mano degli assassini di Acca Larentia nel 1978″. 

Si spieghi…
C’era l’idea che tutte le persone che militavano a destra erano fascisti da stroncare. Abbiamo visto ancora oggi riemergere questo tipo di ricostruzione e chiedere la criminalizzazione di queste persone. Ciò va rifiutato perché ha già prodotto molto sangue a destra e a sinistra. Credo invece che bisogna prendere lezione da ciò che è accaduto negli anni ’70 e non ripetere più gli stessi errori. Il caso di Acca Larentia è stato ripreso anche dalla stampa internazionale perché c’è un governo di destra da mettere in difficoltà. Quando c’erano i governi tecnici e di sinistra, la questione veniva sostanzialmente ignorata”.

Gianni Alemanno (Ansa Foto) – notizie.com

Perché secondo lei non si spendono parole per la strage di Acca Larentia?
C’è una demonizzazione della storia della destra italiana, che è stata la vera causa di tutti questi omicidi. Per anni, la sinistra ha coperto e giustificato gli assassini. Ha sempre teso a deviare le indagini sulle persone che sono morte, proprio perché si partiva dal presupposto che uccidere un fascista non è reato. Siamo dovuti arrivare all’omicidio di Paolo Di Nella per avere finalmente la visita del presidente della Repubblica Sandro Pertini al suo capezzale, mentre era agonizzante. E Repubblica scrisse finalmente che “uccidere un fascista è un reato”. Ma questo avvenne nel 1983. Invece, dal 1975 al 1982, quando moriva un ragazzo di destra non doveva essere esplicitamente condannato perché “in fondo” era morto “soltanto” un fascista”.

Cosa pensa della polemica di revisionismo storico contro il centrodestra?
Credo che abbiamo bisogno di molto revisionismo storico e per questo chiedere con forza che vengano desecretati tutti i segreti di Stato. Perché dentro di essi c’è la vera storia della strategia della tensione, la vera storia delle stragi del nostro Paese. È fondamentale riscrivere la storia di questi anni per capire esattamente cosa è successo, purché venga fatto in base a visioni oggettive e non a visioni di parte. A mio avviso, quello che è accaduto deriva proprio dalla condizione di sudditanza che l’Italia ha nei confronti di poteri internazionali. Quindi non esiste una storia di destra o di sinistra: bisogna riscrivere una storia vera per avere una memoria condivisa e spiegare la verità al popolo italiano”.

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Giovanna Sorrentino