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Riggi (Geopolitica.info): “Biden deve fare una scelta importante sull’Ucraina”

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Francesco Spagnolo

Lorenzo Riggi di Geopolitica.info in esclusiva ai nostri microfoni: “Il mancato invio degli aiuti americani costringerebbe Zelensky a cambiare la posizione”.

Gli effetti delle elezioni in Russia sulla guerra in Ucraina, il possibile no degli Stati Uniti all’invio delle armi a Kiev e la strada per il negoziato che resta in salita. Questi sono i temi che abbiamo affrontato in esclusiva con Lorenzo Riggi, responsabile desk Russia del Centro Studi Geopolitica.info.

Lorenzo Riggi in esclusiva ai nostri microfoni – Notizie.com – © Ansa

Lorenzo Riggi, come possiamo interpretare il no degli Stati Uniti all’invio di armi all’Ucraina?

Diciamo che più che un no esplicito, questa decisione è il frutto di un mancato accordo interno. Ci avviciniamo al periodo elettorale e ognuno si sta posizionando per raggiungere il proprio obiettivo a novembre. I repubblicani voteranno il pacchetto di aiuti ad Ucraina e Israele solo se Biden inasprirà le norme sull’immigrazione. Per queto motivo il presidente americano deve scegliere se sacrificare un certo tipo di elettorato all’interno del Paese per aiutare Kiev. La scelta definitiva molto probabilmente arriverà entro il 19, ultimo giorno utile per approvare il bilancio ed evitare lo shutdown“.

In caso di un no definitivo degli Stati Uniti cosa cambierebbe per l’Ucraina?

Zelensky sarà costretto ad ammorbidire i toni. Sul campo, invece, l’Ucraina dovrà trascorrere tutto l’anno in linea difensiva“.

Capitolo Russia. Le elezioni sono ormai alle porte. Cosa dobbiamo aspettarci da Putin?

Le elezioni in Russia hanno un risultato scontato. Diciamo che in questo caso si guarda al consenso. Putin solitamente punta a raggiungere il 70% sia per quanto riguarda l’affluenza che per il consenso. E per consolidarlo sta puntando molto sulla guerra. Comunque non credo che assisteremo a grandi offensive nei prossimi mesi. Sarebbe troppo alto il rischio di un fallimento o di una vittoria con enormi perdite e questi due scenari potrebbero esser un vero e proprio boomerang“.

Una vittoria con un consenso elevato per Putin significa nuova mobilitazione generale?

Non penso. Nel 2022 è stato uno stress importante. Diciamo che la Russia ha cambiato strategia e sta puntando su una mobilitazione permanente: ogni mese vengono reclutati tra i 15 e i 20mila uomini“.

Riggi: “La guerra è in una fase di rallentamento”

La guerra vive una fase di rallentamento – Notizie.com – © Ansa

In che fase della guerra siamo?

E’ una fase di rallentamento. I russi continuano a premere soprattutto nel Donbass, anche se sono azioni in scala ridotta. Però dobbiamo dire che Mosca non ferma gli attacchi missilistici e con droni, che a livello strategico stanno mettendo in grossa difficoltà gli ucraini“.

Il negoziato resta lontano?

Al momento sì. Nessuno delle due parti ha espresso l’intenzione di negoziare. E poi pesano anche i cicli elettorali. Difficilmente ci si siede ad un tavolo con un governo uscente (come quello americano ndr). Per questo motivo il discorso quasi sicuramente sarà rinviato al 2025“.

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Francesco Spagnolo