“Il candidato della Sardegna lo si decide in Sardegna”. Così ai microfoni di Notizie.com Salvatore Deidda, deputato sardo di Fratelli d’Italia sulla ingarbugliata matassa delle prossime regionali sull’isola
“Se il centrodestra vuole vincere le elezioni regionali deve essere unito. Alla luce di questo dogma politico, è chiaro che in Sardegna, così come nelle altre regioni, va trovato un compromesso. Ora si è alzata la bandiera sul terzo mandato e personalmente non è che io sia contro al terzo mandato. Viceversa, torniamo in quella logica dei Grillini secondo cui i deputati sono come lo yogurt, hanno la scadenza da consumarsi entro due legislature e poi li butti via”.
Per discutere delle imminenti elezioni regionali, è intervenuto il Vice Presidente della Camera, Giorgio Mulè (FI), nel corso della trasmissione “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus. In merito alla scelta del centrodestra sulla candidatura, il Vice Presidente della Camera Giorgio Mulè ha aggiunto: “Conosco il governatore Solinas ma non conosco personalmente Truzzu. È una decisione che devono prendere in Sardegna. Laddove non si arrivi a una sintesi, i leader nazionali dovranno sciogliere la matassa, ma io non sono in grado di dare un giudizio. La maturità di questo centrodestra deve risiedere nel riconoscere le persone giuste nei territori in cui esprimono il loro potenziale riconoscimento di una capacità amministrativa”.
Fibrillazioni da amministrative. La scelta del candidato sul quale convergere o meno alle prossime regionali in Sardegna, è ormai uno dei principali temi caldi di dibattito-scontro politico. Uno scontro tutto interno alla coalizione che governa il nostro Paese. Le posizioni sono acclarate. Christian Solinas, governatore uscente dell’isola, è il nome “giusto” per la Lega. Paolo Truzzu, sindaco si Cagliari, è quello sul quale non vuole invece indietreggiare il partito di Giorgia Meloni. Il muro contro muro, con Forza Italia entità neutrale, ma in fondo mica tanto, deve trovare una soluzione diplomatica, con eventuale contropartita. Magari quel terzo mandato che consentirebbe a Luca Zaia, ma non sola a lui, di correre di nuovo in Veneto. Fatto sta, che dopo il vertice senza pranzo (perchè poi è arrivata una smentita che nel giornalismo sa tanto di notizia confermata due volte) tra i leader Meloni, Salvini, Tajani, la quadra sul nome unico non è ancora stata trovata e la matassa appare ancora ingarbugliata.
Dopo ore di riunione coi suoi, il segretario nazionale di Forza Italia nonchè ministro degli Esteri e vicepremier, sosteneva che la riunione col collega di governo e col presidente del Consiglio avesse escluso temi regionali. “Perchè la responsabilità di governo viene prima di quella di partito”. Una frase niente affatto casuale, come spesso accade in politica. Un richiamo ben preciso ai doveri della coalizione prima ancora dei rispettivi diritti: insomma il centrodestra deve restare unito anche in Sardegna. Ecco perchè questa mattina ha sentito al telefono Salvatore Deidda, deputato sardo di Fratelli d’Italia.
Onorevole Deidda, ieri dal vertice Meloni, Salvini, Tajani pare non sia emersa nessuna novità sul nodo candidato per le elezioni regionali in Sardegna. Pare addirittura che non ne sia parlato…Voi procedete spediti con Paolo Truzzu. Come stanno ad oggi le cose?
“Nessuna novità sostanziale, per quanto ci riguarda restiamo ai fatti. Ovvero dal tavolo regionale dello scorso 4 gennaio, quando il premier Meloni tenne la sua conferenza stampa coi giornalisti, il nome uscito e sul quale convergere è stato quello di Paolo Truzzu. Stessa cosa accadde quando si scelse di candidare Solinas. Rispettiamo la decisione della Lega di rifletterci, ma pensiamo che questa possa essere la scelta migliore anche per il centrodestra nel suo complesso”.
Non so davvero quanto la Lega ci stia riflettendo, ma fino a 24 ore fa il deputato Andrea Crippa per la Lega, almeno nelle parole, non dava la sensazione che il suo partito volesse recedere dall’idea di candidare Solinas. Stessa cosa si può dire, avendo ascoltato direttamente le dichiarazioni del responsabile organizzativo di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli. Quindi l’intesa va raggiunta e forse è lontana…
“Io stesso ho parlato alla Camera con Andrea Crippa in maniera cordiale, non parlerei di fratture nei rapporti come è stato detto in questi giorni. Anche a me il deputato Crippa ha chiesto le motivazioni che ci hanno spinto ad appoggiare Truzzu. Intanto noi sardi abbiamo l’ambizione e la convinzione che il candidato in Sardegna lo si debba scegliere in Sardegna. E per tornare sul tema della collaborazione, le dico che in queste settimane si è continuato a lavorare tra amministrazioni proprio sulla composizione delle liste”.
Sì, ma il tempo corre.
“Siamo ancora nei tempi. Lunedì dovranno essere depositati i simboli, ma poi avremo ancora dei giorni. E’ sugli apparentamenti che invece dovremmo arrivare con una decisione. Si sta continuando a dialogare. Domani intanto come consuetudine, ci sarà l’appuntamento all’interno del quale presenteremo e spiegheremo i motivi per i quali la nostra scelta è caduta su Truzzu. Convinti che il centrodestra debba andare unito anche alle prossime regionali”.
Eppure il caso Sardegna è diventato il tema politico della settimana, ma perchè è accaduto che per la prima volta due dei leader della coalizione di governo, divergessero in maniera così evidente? Nel senso che le dichiarazioni sono note a tutti…
“Come regione è accaduto che su alcuni tempi non ci siamo sentiti sufficientemente convolti e rappresentati. Dopo ieri non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione, ma a dire la verità è così da giorni. Io resto alla decisione del tavolo regionale”.
Per avere un centrodestra unito, occorre che qualcuno faccia un passo indietro. E non mi pare di aver sentito o letto pronunciata da qualcuno questa frase. Come se ne esce?
“(L’onorevole Deidda ride prima di rispondere)…Noi siamo convinti di fare bene, quindi penso che prima di fare un passo indietro occorrerebbe farne uno in avanti. Poi i leader scioglieranno il nodo. Quello che secondo me risulta complicato capire, è che in Sardegna gli equilibri del centrodestra che si chiama in realtà centrodestra civico identitario sardo, sono formati non solo dai tre principali partiti che oggi governano il nostro Paese ma anche 3-4-5 liste autonomiste. Insomma una decina tra movimenti e partiti, ed è sempre accaduto che la decisione, anche non facile come accadde per Solinas, venga assunta ed espressa dall’isola. Noi sardi siamo così…Venite a farvi un giro dalle nostre parti e capirete meglio la situazione. Da Roma magari tutto appare diverso”.